Al terribile tuon che col potente
Scoppio la quercia dell’Egioco atterra,
Feci i monti tremar su’ lor profondi
Fondamenti, l’abete, il faggio, il cedro
Svelsi dalle radici; e fin le tombe
Spalancai con un cenno, ed i dormenti,
Svegli dall’arte mia, balzàr di novo
Alla luce del dì; voi tutti udite!
Giuro di qui lasciar questi infernali
Prestigi; e poi che desta una divina
Musica avrete che ridoni il senno
A questi sciagurati, e sia raggiunto
Quel fin che cogl’incanti io mi proposi,
Giuro spezzar la verga mia, nel suolo
Più cubiti affondarla, e il mio volume
Sommergere ne’ flutti ove non giunse
Scandaglio mai.
(Musica solenne.)
ARIELE ritorna. Lo seguono ALONSO con atti da
forsennato, indi GONZALO, SEBASTIANO,
ANTONIO esso pure con gesti frenetici; finalmente
ADRIANO e FRANCESCO. Entrati nel cerchio
magico, descritto prima da Prospero, vi ri-
mangono immobili per virtù dell’incanto.
prospero.
(dopo averli contemplati).
La grave, mäestosa
Musica medicina alla demenza