Pagina:Otto mesi nel Gran Ciacco. Viaggio lungo il fiume Vermiglio di Giovanni Pelleschi.pdf/22

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16 parte prima

per l’eccesso opposto, la stanza a milioni di abitanti. Allora alle impressioni, direi, dei sensi, si aggiunge la preoccupazione della mente, che mentre ben spiega a se stessa il fenomeno fisico trova nel medesimo la conferma che la Natura procede per leggi non curanti di questa accidentalità delle sue manifestazioni che è l’Uomo, che pur si presume il Fine per cui tutto ciò che materialmente ha esistito ed esiste, fu ed è.

Per una metà del cammino siamo andati costeggiando la provincia di Corrientes, che ne resta sulla nostra destra, rimontando il fiume, e siamo ancorati nel porto fluviale della sua capitale, che le presta il proprio nome. Approfittiamone per dare uno sguardo rapidissimo alla città e alla provincia.

È una delle ricche tra le provincie argentine. La bagnano il Paranà e l’Uruguay, che la rinserrano per tre lati e formano porti, future città. Questi due fiumi sono navigabili quasi tutto l’anno per tutta la loro estensione correntina con bastimenti di assai tonnellaggio.

Nel suo territorio, confinante col Paraguay, col Brasile, con la Banda Orientale e con Entrerios, cresce in varie proporzioni la yerba-mate, il tabacco, la mandioca, la canna da zucchero, le granaglie, e vi pascolano cinque milioni di bestie vaccine. Nel suo interno si trovano grandi lagune fra cui quella immensa e favoleggiata di Iberà, dalla quale per tre opposti lati si versano le acque nei due fiumi menzionati. L’arricchiscono nell’estremo nord folte foreste di piante svariate, che si fanno sempre più piccole, più rade e più rare verso il sud, dove le forma quasi esclusivo il nandubay, dell’altezza al più di due metri e cinquanta centimetri, ottimo per pali da recingere campi, e stabbii, e giardini, oggetto di grande esportazione per tutta la Repubblica e fuori; e gli succedono sulle sponde dei fiumi e pelle isole legna floscie di salcio, di scibo e d’altri.

L’abitano un cento cinquanta mila abitanti, forse un quinto bianchi, il resto Indiani che furono Guarany di cui la lingua si parla ancora da tutti, oltre lo spagnuolo inteso dai più,