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da corrientes alla frontiera 25

descritta come bellissima di forme. Ma in verità questa storia è per me da ritenersi per una storiella o per un equivoco. Infatti gli Indiani amano le loro famiglie e soprattutto le creature, che risparmiano anche prigioniere, senza perciò condannarle a schiavitù, mentre ammazzano in guerra gli adulti e fin le donne che prendono.

E poi perchè estinguersi così? Per sottrarsi a perdere la loro indipendenza? Ma allora era più semplice ammazzar tutti i figliuoli, e non ridursi a una impotenza sempre maggiore e condannare i pochi discendenti a un servaggio sempre più triste quanto essi più deboli per il numero sempre minore. Ma poi notate, che tra questi Indiani qua non si usa la schiavitù, nè niente che le si assomigli; sono liberi come l’aria, e i Guaicurù anche soverchiati potevano allearsi o andare a vivere tra i nuovi amici, come hanno fatto qua i Ciulupi, che si sono ritirati dalla frontiera e si sono cacciati all’estremo opposto tra i Toba.

Ma deve essere un equivoco, quella data storia, perchè i Guaicurù sono i Toba. I Toba sono bellissima gente; alti, complessi, svelti, valorosi. Li ho visti e li ho esperimentati io.

Una volta, dopo due mesi di navigazione stentata, giungemmo dove stava riunita una numerosa indiada1.

Un ladino (interprete), disertore dell’esercito, per nome Faustino, ci venne incontro accolto con immenso cuore da noi. Ei ci disse che quegli Indiani erano di diverse nazioni lì riunite per celebrare la pace, essendosi battute pochi giorni avanti nello stesso punto. Domandato di che nazioni erano, rispose che una parte erano Toba o Guaicurù e Ciulupi, l’altra Mattacchi, tra i quali egli viveva.

In cotesta occasione vidi un donnone enorme Toba. Facemmo porre in linea gli amici di Faustino per regalarli di tabacco, tra costoro si collocò anche la donna. Essa era co-

  1. Indiada: moltitudine d’Indiani.