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Pagina:Ovidio - Le metamorfosi.djvu/40

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Il sublime, real, superbo tetto
     Di lui, che ’l mondo alluma, informa, e veste,
     È d’argento, d’avorio, e d’oro schietto,
     Con gemme riccamente ivi conteste.
     Ben’ opra par di divino architetto,
     E non terreno intaglio, ma celeste;
     E che val (di tal pregio è quel lavoro)
     Più l’artificio, che le gemme, e l’oro.

Il muro in quadro è di massiccio argento,
     D’or le superbe statue uniche, e sole,
     Che fanno insieme historia, et ornamento,
     E mostran tutti gli effetti del Sole.
     Avorio è ’l tetto, e marmo il pavimento
     De la superba, incomparabil mole.
     Quel poi, che sporge in fuori, e che traspare,
     Son tutte gemme pretiose, e rare.

L’elevate colonne, e i capitelli
     Sporgon con tutto il fregio intere in fuore,
     Di rubin, di zaffir, d’altri gioielli
     Diversi d’artificio, e di colore.
     Ricchi carbonchi, trasparenti, e belli
     Ornan tutta la parte inferiore.
     Son le colonne del più basso loco
     Carbonchi, che fiammeggian come foco.

Posano queste senza base in terra
     Di sette teste e d’un lavoro egregio.
     Di tre colonne un van tra lor si serra,
     Esse stan sotto à i triglifi del fregio.
     Piovon più sotto quei triglifi à terra
     Sei rare goccie d’incredibil pregio.
     Più sotto il capitel rendono adorno
     Gli uovoli, che gli fan corona intorno.

Fra colonna, e colonna compartiti
     Distinse i fori il nobile architetto.
     I mesi intorno à quei stanno scolpiti,
     Che monstran tutti il lor diverso effetto.
     À i corpi mezzo fuor del muro usciti
     Fan l’architrave, e la cornice un tetto.
     Adornan le metope in più maniere
     Astrolabij, quadranti, horloggi, e sfere.