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Pagina:Panizza - Processi contro le streghe nel trentino, 1888.djvu/14

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8 i processi

Est illis strigibus nomen, sed nominis hujus
Causa quod horrendum stridere nocte solent.
Sive igitur nascuntur aves, seu carmine fiunt,
Noniaque in volucres marsa figurat anus,
In thalamos venere Procæ....1


Non sa adunque il poeta se le “ Strigi „ sieno uccelli — come in certo modo, meno il capo di fanciulla, sarebbero le Arpie,2 — colla famiglia delle quali sono però imparentate, oppure se sono donne, mutate in uccelli per virtù di incantesimi. Della qual cosa non è a farsi meraviglia, poiché certe donne avevano il potere di trasformarsi in uccelli.3Ma sa, che si recavano so-


    ed ottenerne predizioni, di fermare e di voltare il corso delle acque correnti, di produrre la tempesta od il tempo sereno, di mutare gli uomini in fiere, di richiamare gli amanti infedeli o dimentichi, di far innamorare, di trasportare le messi da un luogo all’altro, e via dicendo. — Quali fossero i portenti che si attribuirono ad opera delle streghe si vedrà, a sazietà, nel corso di questo lavoro.

  1. Ovid. Fast. IV. 131 e seg.
  2. . . . . Strophades grajo stant nomine dictæ
    Insulae Jonio in magno, quas dira Celæno
    Harpiæque colunt aliæ, Phineïa postquam
    Clausa domus mensasque metu liquere priores.
    Tristius haud illis monstrum, nec sævior ulla
    Pestis et ira deum Stigiis sese extulit undis.
    Virginei volucrum voltus, fœdissima ventris
    Proluvies uncæque manus et pallida semper
    Ora fame. . . .

    Virg. Eneid. III. 210.

    Chi desiderasse avere sulle Arpie più vaste notizie, consulti Servio (Eneid. III. 209), dove troverà fra il resto, che alcuni le tenevano identiche alle Furie.

  3. 3 V. Apulejo, Asino d’oro, e Luciano, Lucio o l’Asino. Ed Ovidio (Amor. I. 8. 5), dice della maga e mezzana Dipsa:

    Illa magas artes Acaeaque carmina novit,
    Inque caput liquidas arte recurvat aquas.
    Scit bene quid gramen, quid torto concita rhombo
    Licia, quid valeat virus amantis equæ.
    Cum voluit toto glomerantur nubila cœlo,