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contro le streghe 45

gli stabili a profitto del conte d’Artois, sovrano territoriale, i mobili del vescovo. — All’udire questa sentenza i miseri condannati proruppero in grida strazianti e disperate: protestarono della loro innocenza, dissero, che nulla sapevano di diavoli e di congressi di streghe, chiamarono Iddio in testimonio del fatto, che le confessioni erano loro state estorte dai tormenti e cavate di bocca dalla promessa, che facendole finirebbe il loro processo, e sarebbero giustiziati a leggiere ammende e penitenze.1 — Nulla giovò, sei vittime furono incenerite; l’anno dopo altre otto!

Il processo di Arras doveva avere un riscontro ad Amiens ed a Tournay, ma per fortuna que’ vescovi e teologi non permisero che l’opera de’ carnefici proseguisse. — Se non che, alcuni parenti de’ condannati, e d’altri che pure ad Arras erano stati messi nel frattempo sotto processo, s’adoperarono tanto, che fecero rivedere le cause al Parlamento di Parigi, e questo nel 1491 cassò l’iniqua sentenza del ’60, restituì ai vivi la libertà, alle vittime l’onore, — condannando il conte d’Artois, il vescovo ed i giudici ad una forte multa, per fondare una messa perpetua in suffragio dei giustiziati!

Nella Germania (per non parlare d’altri paesi, chè ciò mi farebbe passare i limiti che mi sono stabiliti) se è provato che la superstizione aveva occupato gli animi del popolo, le procedure della Inquisizione trovavano però strenui contradditori. I processi nei primi 84 anni del secolo XV non furono molto numerosi; se ne conoscono soltanto cinque, finiti, al solito, col rogo, tre d’ Amburgo, (1444, 1458, 1482), due di Heidelberg (1446, 1447).2 Anche in quella provincia s’era passati dalla opposizione manesca alla opposizione legale, sicchè gli inquisitori Enrico Krämer, più noto sotto il suo nome latinizzato di Iustitore, e Jacopo Sprenger non erano in grado di procedere come avrebbero voluto.


  1. Questa dichiarazione ha per se tutto il colore della verità, essendo permesso dai trattatisti agli inquisitori ogni mezzo per ottenere la confessione degli imputati.
  2. Soldan e Heppe o. c. 1. 260. Un processo di Francoforte s. M. contro un giocoliere del 1486, fu chiuso colla morte dell’accusato, gettato nel Meno. Di codesta città non si conoscono, mirabile dieta, altre procedure. (Id. Ib.).