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apparecchiata, anzi c’è in mezzo la zuppiera. Ma nessuno dei due l’ha toccata.
Le posate sono al loro posto: sul canterano sono gli involti intatti dei doni di Natale.
Giacomino sbircia: la mamma, seduta su la poltrona, legge il giornale.
E il babbo?
È andato via anche quella sera che è l'antivigilia del Natale? Io non saprei proprio dire se Giacomino ebbe la visione dolorosa di tante belle serate con dolci, castagne, panna levata e cialdoni, forse anche con teatro, andate maledettamente a male per colpa del direttore; certo ebbe il sentimento che nessuno più del babbo soffriva per la sua mancanza.
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C’era il lume nella stanza da letto. Giacomino spinse l’uscio. È il babbo che va a letto.
Giacomino non si ricorda più — perchè adesso è diventato un giovanotto serio e bravo — non si ricorda più quello che disse, però si ricorda che il babbo, quando lo vide con quelle disposizioni, fu molto buono con lui: lo perdonò subito subito e diceva: — Non mi darai più dispiaceri, vero? — e lui Giacomino rispondeva di no! con una convinzione insolita, e il babbo non gli diede nessun bacio, ma con la mano gli toccava i ca-