Pagina:Panzini - Che cosa è l'amore?.djvu/149

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LA MORTE DI UN RE.

Quando io avevo dieci anni, o giù di lì, giocavo coi re, e fu il solo tempo in cui vissi in dimestichezza con gente di gran paraggio. Li avea fatti io stesso di cartone e dipinti di rosso e di azzurro con elmo e spada. L’ho a mente quella stanzaccia a soffitta, diroccata, con un odor di topi. Là i miei re conducevano un’esistenza da fare invidia ai veri re della terra. Si cavavano tutte le voglie, i miei nobili re. Ma in fondo ero io che mi cavavo simbolicamente le mie: ed era certamente per questa specie di incantamento che io non mi stancavo mai dal giocare a quel giuoco silenzioso e calmo, ma pieno di terribili cose: giacchè vendicarsi, sterminare i nemici e farne strage, e poi riportarne il trionfo era il più grande de’ miei piaceri.

Allora non era convinto amico della Società per la Pace e gli istinti atavici parlavano potentemente in me: ma forse più che atavici erano malvagi istinti naturali, che troviamo in tutti i bambini.

I miei di casa si meravigliavano come io po-

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