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teggiata di campanelle che già chiudevano i loro petali iridescenti. La sera imminente alitava la sua pace e la sua frescura, oramai, nell’aria calda del giorno.
La Pina vide le belle tavole preparate, e fece un «oh» di felicità.
— Guarda, nei campi, mimma — disse il babbo sollevandola — , ecco il grano. Esso è biondo oramai. Guarda sopra la collina quei bei draghi e serpenti grandi d’oro che vi si posano: le nuvole. Vedi come si rompono, come si snodano; dileguano, impallidiscono! E vedi tutti quei cipressi neri come una processione? Oh, ma quelli non li guardare!
— Oh, la luna! — fece la mimma che aveva scoperto anche la luna, una falce pallida, pallida di luna nel cielo d’oriente.
— Già, anche la luna: tutto tuo, mimma!
— Oh sì, e la pappa...
*
* *
Parlavano forte il babbo e la fanciullina perchè nella terrazza non c’era alcuno.
Ma no! Nella stanzetta che precedeva la terrazza, c’era un giovane: un elegante aitante giovane di primo pelo. Pareva solo: ma anche uno meno distratto del signor Aurelio, subito si sarebbe accorto che non era solo. Egli stava dritto e guardava i due nuovi venuti, mentre con una mano accarezzava una rotondità pro-