Pagina:Panzini - Che cosa è l'amore?.djvu/55

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commestibili. Del resto, la cucina italiana le gradiva moltissimo, e se ne parlava. I pròcoli (broccoli) fritti le piacevano assai. I nostri vini leggeri, razzanti, erano una deliziosa pìpita (bibita). Sospirava Napoli dove era stata parecchio tempo. A Naple semper trovate tante buone gente. Ma le pizze di Napoli la turbavano, al ricordo.

Ella mi affidava il suo portmonè (portamonete), e andavamo coi bimbi a far la spesa. Si comperava la pulpa di manzo per fare il buglione (brodo); e trasaliva di gioia con tutta la chioma flava, come una fanciullina, quando vedeva nei panieri: Keste pikkel cose fini fini (queste piccole cose fine fine), le ziligi (ciliege).

— Dio, come era volgare!

- Tutto è relativo; e poi a quel tempo non era di moda l’estetica. Vi ho detto che era placida, ma aveva anche lei i suoi momenti di lagrime e di commozione: per esempio quando il marito la avvertiva che lui non poteva tornare, perchè era chiamato per affari a Parigi. Lambiva con le belle mani i suoi piccini: «Povres enfants! Kante (quando) un ome (uomo) promette, deve mantenire» (mantenere). E diceva ciò assai gravemente.

Aveva molti scatti di sdegno contro la fanticella très-laide, e peggio: chè, spesso di giorno, spesso anche di notte, era trovata assente, sotto il pretesto delle danze campestri al lume della luna. Le diceva sempre: Vergognati gli occhi fuori