Pagina:Panzini - Che cosa è l'amore?.djvu/69

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Noi abbiamo tenuto corrispondenza epistolare per quasi un mese. Le sue lettere erano scritte tutte con alti caratteri in punta; esatte, regolari, e contenevano un loro profumino delicato, e la loro immancabile enorme viola fresca del pensiero, fermata con uno spillo e un nastrino all’angolo superiore sinistro. La sua ortografia era precisa, la sua prosa non priva di fioriture letterarie, nate non da lei, ma appiccicatele dalla maestra di letteratura. Le espressioni sue, sue di lei, invece balzavano fuori da quelle convenzionali, misurate, calme, positive, concludenti: tutto il contrario di quello che si poteva supporre dopo quell’assalto di torpedine: Vi amo!

La prima lettera fu naturalmente la sua, ed il ragionamento, così della prima come delle seguenti, seguiva questa linea di logica: «Voi — parliamoci chiaro — non mi amate se non forse un pochino per vanità. Io vi amo invece davvero, e ve l’ho dichiarato. Per quante prove io vi portassi che sono una signorina per bene, voi non ci credereste: non negate. È una disgrazia; ma mi crederete in seguito. Siete disposto a sposarmi? I miei genitori sono molto severi, ma mi vogliono anche molto bene. Io ho ventidue anni, ma non intendo di fare niente senza l’approvazione dei miei genitori. Potete dare, come non dubito dal caro volto che avete e che amo tanto, buone re-

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