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tone, o del ferro, o del grano; ma un onorevole vassallo al servizio di un re del petrolio: tuttavia un uomo di grande valore. Si trattava di far rilevare, nel monumento funebre, i simboli del suo commercio.

— Sempre felice con lui: mai divorziata — ella diceva.

Anche questo doveva apparire dal monumento.

— Come, voi non avete ancora legge del divorzio in Italy? — ella chiese.

Taliedo atteggiò il volto alla più infantile meraviglia: non conoscendo il matrimonio, come poteva conoscere il divorzio?

Così conversando del defunto marito, quella dama magra e ardente gli si era venuta accostando, da buona compagna, lì, sul sofà.

La sua toilette da casa era in quel caldo giorno il perfetto contrario dell’infagottamento rigoroso e sudicio in cui erano imprigionate le Laure, le Beatrici e le Isotte del tempo antico.

Ridendo gaiamente delle virtù del defunto marito, le parti molli del suo lungo corpo, parevano sussultare di gioia. I denti erano lupigni. Un braccio pallido, terminava in una deliziosa mano rapace. Taliedo se lo sentì svolgere dietro le sue spalle: apparire dall’altra parte della sua testa, dietro la spalliera del divano.

Che enorme caldo! Egli era assai pallido, come avviene nei casi di insolazione. Era il momento di reagire: egli lo intuì.