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164 | Diario sentimentale |
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Milano, Aprile 1915.
Un petit bleu, un dispaccio di città che da noi è rosso, mi dice: «Sono a Milano, la aspetto a mezzogiorno al Continental. Maraini.»
Dopo la zuppa con le rane, ecco faremo una colazione in un grande hôtel.
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Ecco come ho conosciuto l’on. Maraini. Da molti anni mi ero messo a scrivere, ma dei miei libri non se ne vendeva.
Emilio Treves mi diceva: «Amico mio, mi dispiace, ma io vi pagherò, quando vi venderò».
Avevo, nel maggio del 1910, pubblicato un libro: «La Lanterna di Diògene». Nessun critico se ne era accorto, eppure!
Raffaello Barbiera dall’alto della sua persona mi consolava sorridendo: «Vedete, caro, anche Pietro Verri, della sua Storia di Milano, non ne ha venduta una copia».
Un mio collega che faceva anche il crìtico, mi diceva: «Tu hai ucciso tuo figlio. Ma sì! Non capisci che quel nome di Diògene su la copertina di un libro, allontana il pubblico? Un nome clàssico oggi! E a Milano, poi!....»