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di Alfredo Panzini 211


Passa nell’atonia di via S. Margherita, una schiera di scolari: tricolore, cantano: «L’Italia s’è desta!»

Cerco un vicolo per non vedere, per non udire. Certo è meravigliosa sino alle lagrime questa giovinezza: cresciuta in tanto materialismo, eppure arde di fede! Avanza col sacramento! Leggo queste parole della Zeit:

«Noi dobbiamo dichiarare espressamente che l’Austria-Ungheria e la Germania non nutrono sentimenti ostili verso l’Italia con la quale sono state unite da rapporti di alleanza per un’intera generazione. Da parte nostra non è accaduto nulla che possa trasformare l’antica alleanza in una improvvisa inimicizia. Non è colpa nostra se in Italia esistono partiti ai quali i due Imperi centrali non vanno a genio, e i quali, spinti dalle passioni dei demagoghi, cercano di aizzare gli istinti popolari contro i provati amici dell’Italia. Noi non desideriamo la cessazione dei buoni rapporti con l’Italia. Se però, nonostante i nostri desideri e le nostre buone intenzioni, dovesse succedere ciò che non ha riscontro nella storia e precisamente che un’alleanza, dopo trenta anni, venga denunziata proprio al momento in cui gli antichi alleati devono sottenere una lotta immane contro tanti nemici coalizzati, in questo caso, anche i nuovi nemici, che noi non abbiamo provocati ed il cui odio ci appare assolutamente ingiustificato, ci troverebbero pronti ad affrontarli».

Nella reggia di Roma che avviene? Il nostro re e quei vecchi ministri devono leggere anch’essi queste tremende parole. E chi oserà?

Il momento è terribile e grande. Si ha l’impressione che l’Italia stia disfacendo se stessa. So-