Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/278

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la natura! Per essa, le forze occulte della tradizione germànica saranno evocate, sarà risvegliato il furore degli antichi germani, che combattevano, non per distruggere, non per vincere, ma soltanto per il diletto di battagliare. E l’ora suonerà, e quando voi udrete uno schianto, come mai non si è udito nella storia del mondo, sappiate che come il pensiero fu il lampo, così la guerra sarà la folgore! E i popoli si stringeranno come in un anfiteatro ad assistere al gioco della Germania, rispetto alla quale la vostra rivoluzione sarà stata uno scherzo da fanciulli».

Con quale animo Arrigo Heine scriveva queste apocalittiche profezie? Egli ne era convinto e nel tempo stesso, forse, si divertiva ad impaurire quei francesi, che a lui, tedesco ed ebreo, dovevano apparire come i bei fanciulli ateniesi del tempo di Pericle.

La strana profezia si è oggi, alla distanza quasi di un secolo, avverata; e nell’un modo e nell’altro: la orgogliosa loro filosofia, per cui Dio è il loro pensiero, li fa credere superatori di ogni altra civiltà; l’antico furore li trasporta alla battaglia disperata. Di vittoria in vittoria essi vanno! Ma dove? C’è un baratro in fondo? Essi non si possono fermare! Si vedono questi cerulei germani precipitare in compatte falangi alla morte.