Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/306

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manico! Abbiamo fatto il patto con Mefistòfde, abbiamo giurato in lui, ed ora non osiamo seguirlo? Mefistofele è l’impeccàbile lòico e voi siete paurosi Fausti.

— Noi siamo umani!

— Ebbene, correggetevi in una Kurhaus , diabolizzàtevi! Il germànico è il grande àrio, il vero prometeo, ottimista a prova di bomba: ha il parafùlmine a chiodo sul cranio, digerisce come un pitone, prolifica come un topo; non muore! Vive nell’enorme prolificazione, nella volontà della razza irradiatrice, invaditrice. Ha un Dio, ed è lui! Noi abbiamo i nostri immòbili Iddìi: la patria, l’eroismo, le nazioni che non muoiono, il sacrificio, il digesto, il diritto, le pandette, il vangelo ed altre frottole. Lui ha lui, il solo immutabile nel perpetuamente mutàbile. Stùdia con uguale indifferenza nel suo gabinetto un processo terapeùtico per vincere i microbi e salvare l’uomo, e il fosforo nei suoi proiettili per far cancrenose le piaghe inflitte all’uomo. Agli effetti culturali. Dante ed il Pataffio hanno uguale valore. Elabora gli enormi sistemi filosofici, Kant, Hegel, Marx: li esporta, poi li digerisce versàndovi sopra molta birra: doi> me, ha digerito, ricrea altro sistema. Noi invece diventiamo pàllidi, subiamo fenomeni tòssici, perdiamo il sonno, abbiamo lo stomaco guasto,