Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/347

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sottolineate, scritte a lei da un giovane ammiratore di Serra mi scrive che andrà al fronte a vendicare Renato .

Gino legge; crollò la testa, e disse sémplicemente:

— Era un predestinato!

— E la sua famiglia? suo babbo? sua mamma?...

Questa parola religiosa «predestinato» egli ripetè poi con insistenza molte volte.

— In questa guerra — mi rispose — i miei non hanno sofferto niente, e questa è la mia gioia maggiore. È un romanzo che mantengo vivo col babbo e con la mamma, e lo condurrò sino alla fine. Vivo un romanzo! Essi sanno che io sono soldato; ma crédono fermamente che io sia al sicuro da ogni perìcolo in una città di rifornimento del Veneto. Con mia madre mantengo l’illusione domandandole, nelle lettere, quali sono le nuove pubblicazioni, e interessandomi della moda. Ier l’altro, quando ritornai in Italia, con Fànsia che avevo di andare a casa, mi sono prima fermato ad un albergo a ripulirmi un po 9 , a liberarmi dai pidocchi; una delle maggiori sofferenze. Altrimenti mia madre se ne sarebbe accorta.

Povera mamma!