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La sera, dopo la gita al porto, si era seduti al caffè: lui in smoking coat, con una camicia da marchese. Era una processione, davanti a noi, di popolane, signorine, signore, che ritornavano dopo essere state a sentire la musica al mare. Avevo io un bel parlare, cambiare discorso; nessun discorso attaccava. Fissava, fissava, e chiedeva; — «Quella chi è? cosa fa?» ma nessuna espressione plebea, tutto altamente cavalleresco. «Che ne so io? Plebee, sartine, borghesi». «Belle, belle, belle! Bel sangue! Fardo che linea /».

«Le piacciono ancora tanto le donne?» domandai.

«Ma non sai (mi dava del tu, del lei, del voi) che la donna è la sola cosa rispettabile e seria nel mondo?» #

«Sì, ma consuma tutto!».

Mi guardò col monòcolo con disprezzo, povero filisteo che io ero! Disse gravemente; «I denari spesi per adomare una donna, son i meglio spesi. Io non ho rimorsi».

Una sera, a Milano, lo invitammo a pranzo. Ma erano le sette e mezzo e non veniva. Presi una vettura e, per la nebbia, giunsi al suo albergo: uno dei signorili alberghi del Corso. Non aveva casa, Colautti. Lo trovo in una stanza, densa di tappeti, accecante di luce elettrica, in pijama. Si