Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/434

Da Wikisource.

— Oh, — esclamò il borghese —, che mai ascolto! Non si faccia sentire dalla mia signora.

Poi disse: — Sono appena le dieci e mezzo, t io mi permetto, signor Pitagora, di invitarla a venire con me, e vedrà cose che non c’erano ai «noi tempi. In due ore andiamo e siamo di ritorno per la colazione.

Montarono in quel carrettino senza cavalli chiamato auto.

Il borghese spinse Yautò a una velocità spaventosa, ma Pitagora non si spaventò.

— Voi dovete fare guerre con facilità — disse dopo un po’, Pitagora, corrugando le ciglia.

— Infatti ne è terminata una poco fa, una che ha consumato il risparmio di 'mezzo secolo. Ma ora si ricomincia a lavorare. E come ha indovinato lei che c’è stata una guerra?

— Da questo carrettino. Se il re Alessandro il Grande, invece di giumenti, avesse avuto a sua disposizione simili mezzi di trasporto, altro che fermarsi all’Indo! Avrebbe girato tutta la terra, e si sarebbe trovato al punto di partenza.

***

Arrivarono così parlando ad una specie di città bassa, grigia e uniforme sopra cui si allineavano sottili camini con grandi pennacchi di ou-