Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/72

Da Wikisource.
66 Diario sentimentale

tanto. — Ma almeno, dopo, dessero un bacio. — Ora ridono. — Se fossero — spiega poi a me la donna titanica — quelle signorine civiline..., ma noi siamo più burrascose. Mi capisce, nevvero?

La giovinetta nulla dice. Sorride.

***

I giornali della sera (Corriere, Secolo) annunziano d’urgenza che i tedeschi sono a Compiègne: ottanta chilometri da Parigi. È uno smarrimento. È finita! Ma tutti sentono che non soltanto per la Francia è finita; ma anche per noi.

Nessuno piii si faceva illusione su possìbili vittorie francesi, ma così presto....! E le fortezze? E gli eserciti? Nel 70, Parigi resistette tutto l’inverno. Sì, ma nel ’70 i prussiani potevano tranquillamente attendere. La preda era certa: bastava bloccarla! Ora, no! Questa è la guerra del tempo. Perciò nessuna attesa, nessuna pietà.

***

Parigi! Parigi! Le donne di Francia non hanno più belletto! Esse che sono così «civiline!». Altro seme vi feconderà?