Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/87

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di Alfredo Panzini 81


Lo stupore, il senso del miracolo ha percosso Parigi, prima ancora della gioia. In Nostra Donna di Parigi si adunò folla immensa. Instancabilmente la gente ripeteva: «Dio di clemenza, Dio vittorioso, salvate la Francia».

Appare la statua equestre di Giovanna d’Arco e tutto il popolo grida: «Liberatrice della patria, salvàteci!»

Il mio giovane ussaro della morte è avvilito.

— Ab, signore, non può essere! — mi dice — Il Gran Stato Maggiore tedesco ha preveduto ancbe questo. Deve essere una mossa strategica. Ah, potere trovarsi là! Combattere per l’imperatore!

— .... Se dopo si rimanesse in vita, come credono i giovani...

— Ma morire per una grande causa, non è morire!

***

Più grave pare la condizione dell’Austria. Vi è chi la dà per disperata. Ma chi ricorda i prodigi di resistenza militare di quell’impero, ne può dubitare. Comunque, pare grave. Certo, dopo il 1866, l’Austria privata della secolare base germanica, costretta a cercare altra base verso Oriente, ha qualcosa di fatale. La Prussia, per quanto fedele, non darà mai ciò che Bismarck tolse con Sadowa.

I nunzi degli immani colpi di maglio che l’e-