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cioè il bilancio preventivo e consuntivo, poi, più comunemente, lo stato delle finanze, anche di un individuo. Passò questa voce ufficialmente in Francia al principio del secolo XIX. Rapport au roi sur la situation des finanees au 1 Avril 1814, et sur les budgets des années 1814 et 1815. Comune è pure presso di noi. La derivazione è da bolgia = gran tasca, latino bulga, antico francese boulgette. Confronta la bolge di Dante e la voce nostra, tuttora viva bolgetta per borsetta.

Buffet: così nell’alta Italia è spesso chiamata la credenza: armadio con alta vetrina o con più e vario ordine di palchi per posarvi piatti, biancheria da tavola etc. Il Du Cange registra bufetagium = buveterie = abacum, credenza e questa sarebbe la voce nostra, se non che essa non ha la estensione della voce francese. Buffet non solo è la credenza, ma la stanza, il banco, i tavoli, le vivande stesse, i vini e le terraglie che compongono il sontuoso apparecchio, in uso nelle feste e nei ricevimenti. Noi potremmo dire e si dice «rinfresco, apparecchio»; ma non regge la frase, come in «andare al buffet». Buffet è chiamato altresì il caffè delle stazioni dove c’è tavola pronta con rifreddi e ristori. E siamo al solito caso della voce unica che vince nel facile uso i sinonimi nostri. Il Petrocchi registra buffè. Per altre etim. di buffet, V. Scheler.

Buffo: aggettivo che dicesi assai comunemente di cosa ridicola che muove il riso e nel senso ironico, che muove sdegno, dispetto. Buffo, sostantivo, è l’attore teatrale buffone nell’operetta e nell’opera buffa che è appunto il melodramma giocoso, dal quale principale intento è muovere le risa. Buffo è antica voce la cui più probabile etimologia è dal latino buffa = alapa cioè schiaffo, guanciata, solendo gli antichi buffoni (e i moderni, no? Perdurano in cotesto i costumi degli uomini) enfiarsi gote e ventre per ricevere busse e ceffoni. Non è, appunto per cotesto, esclusa l’altra etimologia, pur dal latino, bufo = rospo panciuto e rigonfio.

Bugandaio: taluno a cui pare di parlare con più eleganza, usa la voce bugandaio per lavandaio. Ora questo bugandaio è una parola abusiva ed inutile, foggiata presumibilmente su bucataio voce toscana, detta di chi fa il bucato per mestiere.

Buggerare e Buzzerare: spess’a poco come buscherare, onde buscherata, buscherio, buggerio: voci volgari e familiari comunissime in Toscana e in Romagna, comune nel Veneto in buzerar, buzaràda, buzaròn, buzarona, nè è facile determinarne il significato, essendo idiotismo che riceve sfumature varie secondo il discorso. Il concetto è di frode inganno, ma spesso in senso benevolo e faceto. Buggerìo, buscherìo indica chiasso di molte persone che leticano. Buscherata è esclamazione di meraviglia e di assenso. Una buscherata da nulla! Spesso è epitheton ornans offensivo.

Bugia: di questa parola francese derivata da Bugia città dell’Algeria ove da prima furono fabbricate le candele steariche, e che è entrata così nell’uso che il Petrocchi la registra e il Fanfani non la riprende, diremo soltanto che in francese bougie è la sola candela, e il candeliere basso che noi chiamiamo bugia, è invece chiamato bougeoir. Ecco un chiaro esempio in francese del valore delle due parole:

Je substituai, dans le bougeoir de sa chambre à
     coucher, une bougie de ma composition.
          E. Poe, traduzione diC. Baudelaire,
               Le demon de la Perversitè.

Bugia nen: letteralmente non muoverti; dal verbo piemontese bôgè o bugé, francese bouger: = muovere, più la negazione. È sostantivo appellativo glorioso nella milizia per indicare la resistenza di quell’esercito che fu unica forza armata nella passata storia d’Italia.

               Nui suma i fieni d’ Gianduja
               nui suma i bugia nen...
               ma guai se la testa an ruja,
               se ’l dì d’ le bote a ven!

Così cantavasi nel 1866.

Buglioulo: term. mar., secchio di legno con manico di corda: serve a vuotar l’acqua imbarcata o a prender l’acqua dal mare per uso di bordo.

Buldò: V. Bull-dog.

Bull-dog: letteralmente in inglese toro cane, e i francesi secondo la loro lingua scrivono bouledogue; così detto o per la