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Cin — 96 — Cir

nome si designano tutti i modi di cura che agiscono sull’organismo mercè il movimento, sia esso attivo o passivo come elettricità, massaggio, ginnastica, etc.

Cinètico: (neol. dal verbo greco kinèo = muovere) aggettivo dato a tutte le considerazioni e gli studi che hanno per base e per iscopo il moto: Es. energia cinetica, cioè l’energia che è raccolta in una massa per effetto del suo moto.

Ciniglia: V. chenille.

Cinque-terre: nomo di vino ligure (Sarzana) spiritoso, color giallo dorato, aromatico, di gradita dolcezza: così detto dalla località.

Cinismo, cinico, cinicamente: cinico nel senso filosofico è voce antichissima e classica e fu detta di quei filosofi greci che seguirono Antistene e riponevano il bene e la virtù nella indipendenza dalle cose esteriori, quindi nel dispregio delle convenienze e dei riguardi umani, onde il nome di cagneschi = cinici dato a tali filosofi. I francesi alla voce cynique diedero l’estensione di inverecondo, impudente, sfrontato, sguaiato, e in tale senso noi usiamo spesso la voce cinico e i suoi derivati. Per queste ragioni spiace ai puristi (Tommaseo, Fanfani, etc). Trova un difensore nel Rigutini che vi contrappone la voce stoico, usata spesso per impassibile, ed accolta come buona e registrata. Ma senza dilungarmi a dimostrare come il confronto con stoico sia più specioso che reale, io dico che si può difendere ed usare ogni parola: certo è che cinismo, usato indifferentemente per impudenza, etc. è francesismo, e, come molti barbarismi non necessari, viene a togliere uso e vivezza ad altre parole italiane.

Cinto di castitá: barbaro e ridicolo istrumento imposto nell’evo medio dai mariti alle mogli per impedire che nella loro assenza altri seminasse nel campo altrui.

Ciocca: una delle tantissime voci dialettali per indicare la sbornia: questa è parola lombarda e assai volgare e plebea, onde ciòcch = ubriaco, che dicesi anche in Romagna.

Ciocciaro: nome dato ai villani della campagna romana (Velletri, Fresinone) e così detti dalle ciocce, calzare fatto di semplice dado di cuoio, ripiegato sul piede e fisso alla gamba con corregge.

Ciompo: voce storica che vale scardassatore di lana, plebeo in Firenze (1340 ed oltre): dicesi talora per da poco, sciatto, vile ed è voce registrata, benchè oggi parmi rara: più viva forse nella locuzione tumulto de’ Ciompi, riferita con senso di spregio e traslato a movimenti e tumulti del tempo presente. Ciompo, dal fr. compar, nella frase compar allois à boiser; o dal ted. zumft o zumpft = corporazione di arti e mestieri, regola?

Ciosciammocca (Don Felice): nome di maschera napoletana, moderna, figlia dei tempi. Pulcinella, Arlecchino, Brighella, etc., sono figli di plebe: Ciosciammocca è borghese: è un galantuomo (V. questa voce), cioè un signore, ha studiato, ha tutti i suoi diritti, mette becco da per tutto: ma è invariabilmente grullo, come pettegolo, vano, presuntuoso. Edoardo Scarpetta incarnò stupendamente questo tipo vero e napoletano. La voce ha acquistato valore estensivo e perciò è notata in questo lessico.

Circolare: per istruzione è parola riprovata dai puristi, non in sè (cfr. pastorale, patente, credenziale, cui si sottintende la parola lettera, etc.) ma perchè di provenienza francese: circulaire = lettre adressée á plusieurs personnes pour le même sujet. Il Viani ed il Rigutini la difendono, e noi senza ripetere le ragioni degli uni e degli altri, osserveremo che l’uso ha sancito tale vocabolo e che infine si tratta di quei gallicismi che, data la grandissima affinità delle due lingue, non è agevole determinare: facile invece cadere nelle sottigliezze e nelle pedanterie. Consimili osservazioni si possone fare quanto al verbo circolare. Il danaro circola, una petizione circola, la gente deve circolare, etc. Il modo è comune e comodo: la provenienza, evidentemente, francese, circuler: risponde infatti alla felice disposizione di questa lingua di adattare un solo vocabolo a molti sensi. Il Petrocchi accetta tale neologismo senza alcuna nota.

Circonvoluzioni cerebrali: sono rilievi digitiformi, serpeggianti, che presenta la