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Col — 104 — Com

cuzioni a cui non risponde un’idea concreta l’ nota come a colpo di Stato. Dicesi anche colpo di Stato di quell’espediente estremo, quasi sempre violento, a cui un governo ricorre quando i mezzi legali gli sembrano insufficienti.

Colpo d’occhio: locuzione difesa dal Gherardini che la fece derivare dal latino icto oculi, e dal Viani; ripresa dal Fanfani ed Arlia. Certo è locuzione dell’uso e come tale rimane. Giustizia vuole però che se ne riconosca la provenienza francese. Coup d’oeil risponde di fatto a quell’attitudine del francese di rinforzare con una locuzione incisiva e metaforica ciò che noi esprimeremmo in modo più semplice e piano. Lo stesso dicasi delle locuzioni colpo di testa, colpo di mano, a colpo sicuro (coup de tête, coup de main, à coup sûr) le quali sono sì entrate nell’uso da non poterne fare a meno. Il Rigutini suggerisce fatto ardito di guerra, assalto improvviso, atto testardo, testardaggine, alla sicura: ma sono modi fiacchi, non immediati, non bene corrispondenti.

Colposo: voce dei legali: differisce da colpevole in quanto che colposo esclude l’intenzione e la premeditazione. Dicesi soltanto del delitto non dell’autore.

Coltellacci: ter. mar.; vele lunghe e strette che si possono spiegare al di qua al di là delle vele quadre, sopra piccoli pennoni che sporgono in fuori, detti buttafuori.

Coma: voce medica, dal gr. coimào = dormo. Stato morboso, determinato da un assopimento profondo con perdita parziale o totale dell’intelligenza e della sensibilità, pur conservando le funzioni del respiro e della circolazione. Derivato comatoso.

Combattività: dal fr. combativitè.

Cometa: voce regionale romagnola per significare quell’ingegnoso e notissimo trastullo che con più preciso e puro vocabolo toscano dicesi aquilone e con voce tolta dal franc. cervo volante (cerf-volant).

Comfort: voce inglese, entrata nell’uso e tradotta spesso in conforti o conforto, che per noi ha valore morale. Comfort indica quel complesso di agiatezze, informate non tanto al fasto ed al bello quanto alla pratica e all’uso, e sopratutto all’igiene, traendo profitto di ogni progresso meccanico e scientifico. Il comfort fa sì che tutta la casa soggiaccia come una docile macchina ai bisogni più raffinati dell’uomo. Di questa scienza della casa gli inglesi furono maestri e con essa provenne il vocabolo. L’indole nostra ci porterebbe piuttosto alla pompa esteriore. Comodo è la voce nostra che più direttamente vi potrebbe rispondere, non agiatezza, delizia, delicatezza., addobbi come consiglia il Fanfani, voci buone e belle nell’uso letterario, ma inadatte nell’uso pratico per cui si richiede un vocabolo unico e nettamente inteso dall’universale. In tedesco v’è l’agg. gemüthlich, che ha più tosto senso morale e si dice di persona che si trova ad agio, di luogo geniale, caro, ove ci si sta bene. Infine, i francesi dicono che il comfort inglese non è che una restituzione di un vocabolo loro.

Comitale: aggettivo di conte (latino Comes, comitis = compagno, indi comitalis). Es. corona comitale, palazzo comitale.

Comitato per commissione, cioè consiglio di persone a cui è affidata l’autorità di discutere, sorvegliare, dirigere, etc., checchessia, spiace ai puristi perchè neologismo tolto dal francese comité. I francesi tolsero la parola dagli inglesi, commitee, i quali alla lor volta la subirono dal latino, deviandone alquanto il senso. In latino, infatti, comitatus vuol dire schiera, compagnia, e così dicasi di comitato nella lingua italiana antica. I lessici registrano il nuovo senso della parola. La differenza tra commissione e comitato non è facile; ma nell’uso si avvertono fra le due parole certe sottili differenze per cui a volta si adopera l’uno o l’altro vocabolo. Es. comitato elettorale e commissione esaminatrice.

Comitissa: lat., contessa.

Comitragedia: tragedia da ridere o commedia da piangere, e dicesi piuttosto riferendosi a fatti della vita che a rappresentazioni teatrali.

Command: voce non letteraria usata