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rificatore, secondo i casi; ma il vero è che cotesti neologismi sono così entrati nell’uso da non potersi più espellere, specie nel linguaggio tecnico e degli uffici. È il solito caso della voce unica più agevole dei sinonimi.

Contro natura (vizi): V. Appendice.

Contr’ora o controra: voce comune nell'italia meridionale, dal tocco alle ore quattro pomeridiane in cui si chiudono alcuni negozi e si va a riposare = siesta. Quiescendo et sedendo anima efficitur sapiens: risposta che Belacqua fa a Dante e par tuttora saviezza italica. V. Dolce far niente. Leggi anche i proemi ammirevoli delle Giornate del Decameron ove descrivesi il molle costume de’ giovani e delle donzelle di riposare dopo il pasto del mezzodì.

Controranda: piccola vela triangolare la quale, quando e buon tempo e vento propizio, si alza sopra la randa alla estremità dell’albero, specialmente di certe navicelle veloci usate comunemente per geniali diporti marinareschi.

Controruota: nel ling. mar., pezzo di costruzione messo a rinforzo di ciascuna ruota di poppa e di prora.

Controtorpediniera: = cacciatorpediniera. V. Destroyer.

Controvapore (dare il...): azione del vapore contrario all’azione normale, onde contrasta il moto avviato fungendo da freno ed arrestando il movimento. Si adopera, ad esempio, nei treni per fermarli sul posto. Dicesi anche in senso traslato e morale.

Contumaciale: si dice di una lite decisa in contumacia del convenuto, e anche dell’attore; cioè di una delle parti. Più frequente è la contumacia del convenuto, e si verifica quando colui che è chiamato in giudizio non comparisce nè si fa rappresentare.

Convegno: per ritrovo dai puristi è voce riprovata perchè deriva dallo spagnuolo convenio (lat. cum e venire = venire insieme). La registra la Crusca. Convegno sembra avere in sè alcun senso di gravità e solennità.

Convenuto: termine forense; è la persona chiamata dall’attore con citazione in giudizio. I vecchi giuristi dicevano reo convenuto.

Converter: voce inglese che vuol dire convertitore, ed è vocabolo generico di tutti gli apparecchi il cui ufficio è di convertire, nella maggior parte dei casi, una energia da una forma in un’altra. Voce usata specialmente dagli elettro-tecnici per apparecchi che convertono due energie elettriche l’una nell’altra.

Convogliare: brutta parola usata spesso in idraulica invece avviare le acque, incanalare.

Coolie: facchino, servo, portatore cinese.

Copèck o Kopèck: nome di moneta russa del valore di circa due centesimi e mezzo, cioè la centesima parte del rublo.

Coperto: fr. couvert. «Pranzo di cinquanta coperti. Stando al valore che qui ha il francese — couvert — , noi dovremmo dire tovagliolo, perchè con esso copresi il piatto, la posata, ecc., nell’apparecchio della tavola. Ma se non piacesse il dire Pranzo di cinquanta tovaglioli, potremmo dire di cinquanta posate o alla men trista di cinquanta coperte: ma non mai coperto.» Così il Rigutini, il cui ragionamento fila benissimo, ma non toglierà per questo alla lingua italiana l’uso della parola coperto, ancor che nè bello nè buono. Del resto v’è posata o servito, voce dal Petrocchi registrata nella lingua fuori dell’uso, detta di pietanza, che si potrebbe adattare a questo significato. I tedeschi usano questa voce francese couvert traducendola nella lor lingua in gedeck = coperto.

Copiglia: dal francese goupille (lat. cupicula, dim. di cuspis = punta?) bietta o spina a due zanche divergenti per accoppiare.

Copione: nel linguaggio teatrale la copia del dramma in cui sono le varie partizioni.

Coppa di Francia, o Coupe de France: nome di premio delle gare nautiche (yachting), proposto da alcuni amatori francesi nel 1890. La prima coppa fu eseguita con la somma di L. 6000 ed offerta da un Kothschild.

Coppo: voce regionale romagnola per