Pagina:Panzini - Dizionario moderno.djvu/156

Da Wikisource.
Cou — 114 — Cou

blic: mais dans la coulisse... che è per l’appunto il nostro dietro le quinte. Per l’etimologia, coulisse è un femminile derivato da coulis, qui coule, qui glisse. Coulisse è altresì termine francese del linguaggio di Borsa, che significa luogo ed ufficio di detta Borsa, non riconosciuto dalla legge, ove i sensali senza averne legale autorità, trattano gli affari quali propri e riconosciuti agenti di cambio. Ho inteso anche dire «porta à coulisse», laddove noi potremmo dire «con saracinesca».

Coulisse: o glifo, chiamano in meccanica corti meccanismi di inversione nel moto delle locomotive e simili, detti anche settori. | Corsoio o scorritoio, chiamano il pezzo prismatico che scorre nella fenditura del glifo: in fr. coulisseau.

Coulissier: termine della Borsa francese. Così sono chiamati quei sensali non riconosciuti legalmente che trattano gli affari à la coulisse, cioè fuor del luogo a ciò destinato e riconosciuto. V. Coulisse.

Couloir: colatoio e corridoio, forse una corruzione di un possibile couroir, (cfr. l’italiano corritoio), con lo scambio dell’r nell’l. Nel senso di botro o borrato (altre due parole precise, semispente) si legge non di rado, come esempio dimostra: «I ragazzi allontanatisi dal direttore si misero per un couloir pericolosissimo».

Coulomb: nome di grande fisico francese (1736-1806). In omaggio agli studi di lui su l’elettricità venne dato il nome di coulomb all’unità pratica di misura della quantità di elettricità, nel sistema di misure elettromagnetiche. Un coulomb, secondo la definizione data dalla Camera dei Delegati dei Governi riunita in Chicago nel 1893, la quale aggiunse al nome di coulomb l’appellativo di internazionale, è la quantità di elettricità che si trasmette durante un minuto secondo in un circuito percorso da una corrente uguale ad un ampère internazionale.

Coupage: è parola francese cui risponde identicamente la nostra voce taglio (Coupage, action de couper, c’est-á-dire d’atténuer une liqueur forte par une moin forte. Littré). Eppure in uno dei più reputati giornali ho letto così: «Detto vino si è fabbricato finora con un così detto coupage di vini della Francia meridionale e di Spagna, addizionati di alcool industriale, e in commercio portano il nome di vin viné». Si risponderà: il giornalista è ignorante od ha fretta e quindi traduce come vien viene. Non è buona e persuasiva ragione. La ragione buona è che noi andiamo lentamente obliando le parole precise della lingua nostra. Esse non soccorrono più pronte e facili alla nostra memoria. L’autore, scrivendo questo dizionario, ebbe, per sua soddisfazione, di mira la dimostrazione di questa inutile melanconia letteraria.

Coupé: specie di vettura signorile, chiusa e riparata, a quattro ruote, press’a poco come il brum, e ad un solo sedile. Coupé è anche detto degli scompartimenti nei carrozzoni ferroviari, specie di quelli riservati che essendo dimezzati, hanno un solo sedile. Il Rigutini a questa parola nota: «è tanto tempo che si cerca un equivalente, e non si è ancora trovato: onde, come voce necessaria, la registrai nel mio Vocabolario». Coupé, dicesi anche la parte anteriore delle diligenze.

Couplet: questa viva parola francese risponde letteralmente alla nostra parola morta cobbola o in provenzale cobla, dal latino copula = coppia: cioè una serie di versi accoppiati insieme per una rima, come le serie o lasse monoritmiche delle canzoni di gesta (strofa). Questa parola è d’uso fra noi per indicare la strofetta musicale a riprese e a ritornello, comune specialmente nell’operetta.

Coupon: (da couper tagliare) così è chiamata la cèdola (da caedere tagliare, cfr. cesoie) o il tagliando, come anche si dice, con brutto e inutile vocabolo; la quale si distacca dalle cartelle di rendita per riscuoterne i frutti, da altri titoli di credito. La parola è spesso tradotta in cupone il cui brutto suono offende ogni orecchio educato, sì che, per mio conto, a questo italiano bastardo, dai periodi sconnessi, grevi, difficili; dai vocaboli sesquipedali ed irti di inarmonici suoni, sembra preferibile la sorella lingua francese nella sua agilità e nella grazia con