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Deo gratias: ultima frase della messa, usata corno saluto ed entrando nelle case. Ricorda Fra Galdino de’ Promessi Sposi. Oggi è motto conservato talora dai religiosi, specie da’ frati, questuanti, etc.

De omnibus rebus et quibusdam aliis: di tutte le cose e di altre ancora, corruzione, popolarmente lepida, del motto de omni re scibili et de quibusdam aliis. Del quale la prima parte è il titolo inesatto, riportato dal Voltaire della XI delle novecento tesi sostenute in Roma nel 1486 da Pico della Mirandola: Ad omnis scibilis investigationem et intellectionem. La seconda parte è un’aggiunta ironica dello stesso Voltaire.

Deperimento: V. Deperire.

Deperire: secondo etimologia vorrebbe per noi dire perire del tutto = de-pereo, latino. Noi invece usiamo la parola in forza di cominciare a perire, tanto in senso morale che fisico. Secondo i puristi tale senso è tolto dal francese deperir = pencher vers sa fin, être en voie de destruction, detto dell’organismo, della salute, degli stabili, delle cose. Così dicasi della parola deperimento, fr. dépérissement. Certo non mancano verbi nostri, peggiorare, andar a male, guastarsi scadere, etc. Ma siamo al solito caso della parola unica, chiara, precisa.

Depilatòrio: fr. dépilatoire: preparati farmaceutici contenenti sostanze caustiche, usati per determinare la caduta di quei peli, specie del volto muliebre e delle mani che tolgono bellezza, essendo ove esser non devono. Dai latini, osservatori di tali mundizie, era detto psilothrum, gr. Ψίλωθρον: dagli ebrei, merdocco.

Deplorabile: V. Deplorare.

Deplorato: V. Deplorare.

Deplorare: verbo latino che vuol dire piangere, dolersi grandemente. Questo verbo oggi è molto usato con valore nuovo e racchiude un curioso senso di eufemismo o attenuazione o di compatimento per le umano miserie, così che spesso è usato in vece di biasimare, condannare, verbi troppo recisi e crudi. Così ad es. alcuni deputati che furono impegolati in alcuno losche operazioni di una già Banca Romana, sono semplicemente dei deplorati. Insomma ciò che si condanna in un uomo di condizione comune, in un personaggio qualificato e ragguardevole si deplora. La cosa non è molto democratica, ma è umana. Usato è pure l’aggettivo deplorabile per biasimevole, brutto, sconcio, mentre per noi deplorabile significa luttuoso, degno di pietà, di pianto. È manifesto l’influsso del déplorable francese in cui talvolta il concetto del rincrescimento si congiunge al biasimo.

Deportare: esilio perpetuo con perdita di diritti civili, fuori del territorio continentale di Francia, onde le frasi: subir la déportation; Être condamné à la déportation, etc. Ciò secondo il codice di Francia, onde le parole déporter, déportation, déporté parole di origine latina (de-portare) ma che in questo speciale senso noi togliemmo dalla lingua francese. All’Italia mancava anche la cosa: cioè non la materia prima meritevole di deportazione che anzi abbondava nè oggi sarebbe manchevole, ma territori extracontinentali, colonie, etc., codici e leggi nostre, non essendo nazione, relegare.

Deportato: V. Deportare.

Deportazione: V. Deportare.

Depravazione: dal lat. de e pravus = pravo, malvagio: nel linguaggio medico indica quello stato anormale nel quale i desideri dei sensi sono pervertiti. Es. depravazione del gusto, dell’olfatto etc.

De Profundis: prime parole del salmo CXXIX, che è il sesto dei sette salmi della penitenza, e si canta negli uffici funebri: «Dal profondo ho gridato a te. Signore, Signore, odi la mia voce!».

Depurativo: dicesi in medicina di que’ farmaci che si reputano adatti a liberare gli umori del corpo umano da’ loro elementi maligni e patogeni. La medicina odierna non nutre, come l’antica, troppa fiducia in simili cure.

Deragliamento: V. Deragliare.

Deragliare: verbo assai comune in vece di fuorviare, uscire dalle rotaie. Rail è voce inglese e significa sbarra, rotaia, onde rail-way = la ferrata. Ma a noi il verbo più probabilmente provenne dal dèrailler o, meglio, dérailer francese. Benchè vocabolo assai usato, esso entra nel

A. Panzini, Supplemento ai Dizionari italiani. 9