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Elm — 152 — Emb

schile: disusato anche nella prosa puramente letteraria; laddove al singolare ella, in vece di quel borghese lei, sopravvive a dispetto di chi non lo vorrebbe; sopravvive anche in Lombardia, la terra classica del lui e del lei. Se vi fosse fra scrittori accordo nell’usare elleno o elle, questo bel pronome potrebbe essere richiamato in onore.

Elmo (fuochi di S.): baleni e trecce luminose che per effetto della elettricità si producono in su le estremità delle navi, vele, pennoni, etc., onde traevano gli antichi e traggono tuttora i naviganti loro presagi. Elmo è evidente corruzione popolare di S. Ermo.

               Ma diede speme lor d’aria serena
               La disiata luce di santo Ermo.
                         Ariosto, Furioso, XIX, 50.

Cfr. tuttavia il buono e classico dizionario di voci marinaresche del Guglielmotti che a lungo ne ragiona.

Elzevir: {Elzevier) nome di una celebre famiglia di stampatori olandesi del secolo XVI. I caratteri di speciale foggia antica di quelle preziose stampe essendo venuti di moda or fa qualche decennio e al carattere convenendo uno speciale formato elegante, così si disse un elzevir ed anche un elzeviro per significare un volume stampato a quel modo.

Elzeviriano: aggiunto di caratteri tipografici che imitano il tipo Elzevir.

Emarginare: è voce curialesca e degli uffici che vuol dire segnare al margine. Non è bella nè propria parola giacchè logicamente, come osserva il Fanfani, sarebbe immarginare. Deriva dal francese émarger. Part. emarginato.

Ematopoietici: voce composta greca, propria del linguaggio medico e dicesi degli organi generatori del sangue (globuli rossi), cioè la milza, il fegato ed il midollo rosso delle ossa.

Embarcadero: termine spagnuolo: in francese embarcadère, cala o gettata, coperta no, che serve all’imbarco e allo sbarco: vocabolo usatissimo a mia nozione nei paesi lungo i laghi lombardi per significare il luogo d’approdo dei piroscafi.

Emblée (d’): modo francese comunissimo. Nel giuoco delle carte, poniamo al macao, quando il giocatore fa nove di prima mano o secco, si dice alla francese: d’emblée. Dicesi anche di chi ottiene qualche beneficio, di primo acchito. Dicono talora i medici: Diagnosi d’emblée cioè a prima vista. Emblée deriva dall’antico verbo francese embler = rubare, rapire:

               Le bien d’autrui tu n’embleras
                    Ni retiendras à escients.

V’è rapporto etimologico con l’antico nostro verbo imbolare (involare) = rubare, portar via (lat. vola, palma di mano.

Embolìa: da [testo greco] = cuneo, sbarra: nome dato dal Virchow all’otturamento dei vasi, prodotto dagli èmboli e quindi all’insieme per cui gli èmboli si formano e vengono trasportati nella corrente sanguigna. Non si confonda l’embolìa con la emorragia cerebrale, benchè l’effetto sia lo stesso. V. Emiplegia.

Èmbolo: corpo estraneo onde è determinata la embolia, cioè l’intoppo di un vaso sanguigno.

Embonpoint: letteralmente in francese vuol dire in buono stato, e dicesi di chi è in prospera salute e nell’aspetto esteriore tale che non appaiano le prominenze ossee: quindi oltre che floridezza, vuole indicare altresì lieve grassezza, tendenza all’adiposità.

Embrasse: cordoni per le tende. In un elegante negozio d’Italia ho letto questa scritta: embrasse per ridò guipure. C’è da domandare: che sta a farci quell’infelice italiano per? Ma scrivasi tutto in francese e con rispetto all’ortografia di quella lingua!

Embrici alla marsigliese: tavolette di terra cotta, rettangolari con scanalature su la faccia superiore per agevolare lo scolo delle acque. Sono munite di incastri a maschio e femmina. Se ne fanno tetti più leggeri e gradevoli alla vista che quelli di antica foggia.

Embriogeniá: (dal greco émbrion = feto e ghennáo = generare, partorire): termine della scienza anatomica, la quale studia le fasi prime dei singoli organi dell’animale, entro l’utero materno. Come è noto per scienza, il feto, nei primi mesi della vita uterina, passa per le varie fasi