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Fas — 177 — Fav

secondo la moda in voga] Spencer, Educazione, Cap. I. Fashion indica altresì il complesso della gente mondana, magistra elegantiarum. Ad es. La fashion parisienne. In città la fashion preferisce recarsi al Municipio di sera [E. Nevers, Galateo della borghesia, pag. 102]. Derivato è fashionable = alla moda, elegante.

Fashionable: V. Fashion.

Fastidio: per svenimento, sincope, sfinimento è da molti ripreso come improprio e idiotismo lombardo (vegnì fastidi). Il Petrocchi nel suo diz. italo-fiorentino non registra tale senso e giustamente, il che non toglie che il vocabolo sia, in tale uso, comune anche fuori di Lombardia.

Fata viam invenient: i fati troveranno la via (cioè le cose si compiranno per loro forza) Vergilio, Aen., III, 395.

Fatto: la locuzione mettere al fatto per informare, è dai puristi ritenuta non buona.

Fattrice: voce del linguaggio zootecnico e dell’industria dell’allevamento del bestiame, quasi per significare la materialità fisiologica del fare, cui madre e genitrice disdirebbero come voci proprie dell’uomo. Voce dello Sport.

Fattura: in napoletano vale maleficio, malia, stregoneria. Cfr. fattucchiera. Latino factura, sortilegium, maleficium.

Faubourg: parlando di Parigi sembra doveroso por noi nominare le sue vie francesamente: dicesi dunque faubourg e non borgo o sobborgo, come pur si chiamano molte strade in Italia che pur non sono borghi propriamente, come via Borgo Nuovo a Milano, Borgo S. Stefano a Bologna. In origine erano in fatti vie fuori del borgo e il nome rimase anche quando la via fu compresa nella città. Per l’etimologia, o da faux-bourg o da for-foris, francese hors (bourg).

Fault: sbaglio o più esattamente, trattandosi di giuoco, fallo. Ma nel giuoco italico antico della Pallacorda (V. Lawn-Tennis) si costuma dalla gente mondana usare i termini inglesi, e perciò si dice fault al battitore che lancia la palla fuori dal campo. V. Baddeley: Il lawn-tennis. Manuale Hoepli.

Fausse couohe: falso parto o aborto. Eppure la perifrasi francese sembra più gentile e cauta a pronunciarsi da una dama che non la voce italiana.

Fausse maigre: dicesi francesamente in certo linguaggio, di quella donna, che, essendo di ossatura fine, abbia più tosto l’elegante apparenza della magrezza che la vera magrezza. Questa falsa magrezza è ritenuta pregio di beltà: infatti il pannicolo adiposo, ove non ecceda, piace nella donna come la musculatura nell’uomo.

Faute de mieux: fr. in mancanza di meglio.

Fauteuil: in francese vuol dire poltrona. Ma una persona di vita mondana anteporrà dire: «Ho preso un fauteuil per questa sera alla Scala» e non una poltrona o una poltroncina. La parola fauteuil proviene dal basso latino faldistorium, che a sua volta è di origine tedesca.

Fauve: è in francese ciò che in italiano dicesi fulvo, colore rossiccio ardente. Ma oramai i colori delle stoffe nel linguaggio delle mode sono espressi in francese.

Faux-col: letteralmente in fr. falso collo cioè colletto.

Faux-ménage: locuzione inconvertibile in italiano: falsa famiglia? famiglia posticcia? Evvia! la voce vi sarebbe, cioè concubinaggio: ma anche in tal caso questa nostra lingua plebea nel nomo inchiude un senso di biasimo. Invece il faux-ménage non implica nulla e serve assai bene per indicare la convivenza in due, come fossero marito e moglie, senza gli impacci e le conseguenze delle leggi che regolano il matrimonio. V. Collage e Demi monde in principio.

Fave dei morti: e altrove ossa dei morti, specie di piccoli dolci fatti con pasta di mandorle in forma di favo che costumano nell’occasione della festa dei Morti.

Favete linguis.....: letteralmente favorite con le lingue, cioè tacete: locuzione di Orazio (Ode I, lib. III).

Favo: (lat. favus) in medicina significa una dermatite parassitaria, caratterizzata da tumefazione forte che, maturando, si palesa in foggia di cellule o favi: devesi a un fungo parassitario dell’uomo e degli

A. Panzini, Supplemento ai Dizionari italiani. 12