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For — 192 — Fou

on se sert dans les armées: uno dunque dei tanti termini militari francesi, passati nella lingua italiana al tempo de’ Francesi. Oggi significa qualunque carro chiuso per trasporto di mercanzie: diminutivo forgoncino. Brutto neologismo, ancorchè necessario e dell’uso.

Formalizzarsi: «meravigliarsi di cose che ci appaiono poco belle», così il Petrocchi, e proviene dal francese se formaliser = s’offenser d’une action, d’un propos mal interprété; trouver á redire; se piquer. Del resto non è solo il Petrocchi a registrare tale verbo; il quale benchè usato, non è nè del linguaggio del popolo nè della lingua letteraria. Scandalizzarsi è il verbo nostro buono in tale senso benchè altri potebbe osservare che formalizzarsi indica la cosa stessa ma in minor grado.

Formicolio: (da formica) senso transitorio e particolare di torpore che si prova talvolta in alcun arto, specie dopo di essere stati a lungo fermi, simile al passaggio di una schiera di formiche sui tegumenti.

Forno: nel gergo teatrale far forno significa rappresentare a teatro vuoto.

Forsan et haec olim meminisse juvabit: forse un tempo gioverà ricordare queste cose! Verg., Eneide, I, 2 o 3. Emistichio glorioso perchè pronunciato da Eleonora Pimentel, eroina e martire della Republica partenopea.

Fortes fortuna adiuvat: la fortuna aiuta i forti, Terenzio, Phormio, atto I, 4, 20; proverbio anche allora antico, come attesta Cicerone nelle Tusculane, II, 4, 11, e di cui più nota è la variante Audaces fortuna iuvat, che leggesi in Vergilio, (Aen.^ X, 284) mutato però l’audaces in audentes, a cui il popolo aggiunse timidosque repellit, e respinge i pusilli.

Fortiter in re, suaviter in modo: energicamente nella sostanza, soavemente nei modi, motto della Compagnia di Gesù, che ha sua origine nelle parole del generale dell’ordine, Claudio Acquaviva, il quale nell’opera Industriae ad curandos animae morbos, Venezia, 1606, dice: fortes in fine assequendo et suaves in modo assequendi simus. Cfr. Bibbia, Il libro della Sapienza, VIII, 1: attingi ergo a fine usque ad finem fortiter et disponit omnia suaviter. Fortiter et suaviter è altresì motto gentilizio.

Fortunale: fortuna o tempesta di mare. Il Petrocchi pone a torto questa voce viva nella lingua fuori d’uso.

Forza irresistibile: V. Impulsivo.

Forza maggiore: ogni forza alla quale non si può resistere nè in diritto nè in fatto, tale cioè che l’umana industria non può prevenirla nè rimuoverla. Provenga dalla natura o dall’uomo, essa vieta ogni ricorso pei danni subiti, fr. force majeure.

Foschìa: term. mar. astratto di fosco: atmosfera caliginosa, calìgo come dice una cara voce veneta.

Fosforo: familiarmente per cervello, forza di cervello. Es. Aver del fosforo, consumare del fosforo.

Fotofobìa: neol. del linguaggio medico: gr. fos = luce e fobos = paura, avversione alla luce. È un sintomo proprio di varie affezioni nervose e sopratutto delle infiammazioni dell’occhio.

Fototerapìa: dal gr. fos = luce e therapèia = cura (fr. photothérapie): voce medica che indica uno speciale sistema di cura mercè l’azione dei raggi luminosi.

Fottere: V. Appendice.

Fotta: nei dialetti dell’Italia centrale è parola volgare e plebea, usata in questi vari sensi: fallo, sbaglio, es. «fare una fotta»: fanfaluca, favola, es. «queste sono fotte»: stizza, rabbia, es. «aver le fotte».

Fouet: frusta; eppure molti usano la voce francese o ne fanno un fuetto o fuetta. Piemontese, foêt.

Foulard: nome francese dato ad un tessuto leggerissimo di seta o di seta e cotone, originario dalle Indie. Se ne fanno fazzoletti, cravatte, abiti. Da noi questa parola è comunemente usata per indicare eziandio il fazzoletto di seta per il sudore; da fouler, schiacciare.

Four in hand (stage): letteral. in inglese: quattro in mano; vettura a foggia di berlina tratta da quattro cavalli accoppiati e le cui briglie sono tenute da un sol guidatore. Tale anglicismo è registrato in francese solo nei diz. d’Argot.