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Habeas corpus: latino, abbi il tuo corpo: formula di ordinanza inglese per la quale è assicurata la sollecita scarcerazione di chiunque fu illegalmente imprigionato. Un simile rimedio era applicato dal pretore romano dell’antica Roma con l’interdetto de homine libero exibendo. L’atto dell’Habeas corpus inglese è il fondamento degli Statuti in simile materia sì negli Stati Uniti come in altri Stati. Tale legge risale al 1679, cioè al tempo di Carlo II e valse come rimedio agli arresti arbitrari. Alcuna volta fu temporaneamente revocata o per ragioni di Stato o di sicurezza publica.

Habemus confitentem reum: abbiamo il reo confesso. Locuzione ciceroniana, spesso usata nel linguaggio giudiziario. Dicesi anche in modo familiare e faceto per significare che la tal persona ha confessato il suo fallo.

Habemus pontificem: abbiamo il pontefice, parte della formula rituale con cui il cardinale a ciò deputato annuncia al popolo dopo il Conclave, l’elezione del nuovo pontefice eletto: Nuntio vobis gaudium magnum, habemus pontificem, qui sibi imposuit nomen, etc. Dicesi facetamente di nomine o di elezioni.

Habent sua fata libelli: emistichio di un verso di Terenziano Mauro (Carmen heroicum, 218) = hanno i libri la loro fortuna. Il verso intero è: Pro captu lectoris habent sua fata libelli, cioè secondo l’intelligenza del publico i libri hanno la loro fortuna, ed è proprio vero anche ora, ed è assai più line e giusto significato che non il comune habent, etc.

Habitué: parola francese usatissima, quasi popolare in taluni luoghi, per indicare l’assiduo, il frequentatore di un dato ritrovo; caffè, teatro, etc.

Hachich ovvero haschisch: grafia francese di voce araba che significa erba secca, detto per antonomasia della canapa indiana. In italiano si dovrebbe scrivere asciss. È un estratto della canapa fatto bollire con burro e meschiato con zucchero. Se ne fanno pasticche che si masticano fumano, sole o miste all’oppio. Produce una deliziosa estasi o sonno: forma di ebbrezza assai diversa da quella, delle bevande spiritose; ma il fine è unico: alleviare o dimenticare la dolorosa esistenza. I popoli dell’Oriente ne fanno uso ed abuso con gran danno delle facoltà psichiche e rapida distruzione organica.

Hacienda: voce spagnuola che letteralmente vuol dire azienda = tenuta, fattoria.

Hagard: aggettivo francese che vuol dire feroce, selvaggio, e si dice specialmente degli occhi e della fisonomia. Propriamente hagard è attributo del falco.

Halali: suono onomatopeico dell’antico grido francese di guerra e di caccia. È anche la fanfara che annunciava la presa del cervo. «Halalì, grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nello nobili cacce italiane, e può accogliersi, parmi, perchè in fino non è altro che un composto dì interiezioni e avverbi comuni alle due lingue». Così il Carducci in una nota allo sue liriche.