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Hom — 225 — Hor

storia naturale chiodo a sè stesso: definizione abbastanza lusinghiera e vera se quel sapiens si intende por intelligente, quasi l’organismo intellettuale per eccellenza, tanto più che sopra di noi non ne conosciamo altri. L’homo sapiens, secondo la teoria darwiniana dell’evoluzione, sarebbe provenuto da uno scomparso tipo antropoide (scimmia) da cui la scienza dice di possedere il passaggio (cranio di Neanderthal, cranio di Spy, calotta cranica del Pitecantropo).

Homo sum! Il motto intero è: homo sum; humani nihil a me alienum puto (Terenzio) Heaut, I, 25: = Sono uomo, e nulla di ciò che è umano stimo alieno da me, cioè il bene e il male sono inerenti alla mia natura. Motto sapiente, spesso usato e abusato però per adonestare ciò che non è degno dell’uomo.

Honni soit qui mal y pense: che letteralmente vuol dire: ontoso, ’vilipeso, sia chi mal pensa, (dall’antico verbo honnir, nell’italiano antico onire, svergognare, fare ingiuria) famoso e vulgato motto anche da noi, che è la divisa inscritta nel nastro prezioso e azzurro che portano alla gamba sinistra gli insigniti dell’ordine della Giarettiera. Quest’ordine fu instituito da Edoardo IV d’Inghilterra circa il 1350, ed è di incerta origine: alcuni lo riferiscono in onore al legaccio che la contessa di Salisbury lasciò cadere in una danza e il Re raccolse: altri in memoria della vittoria di Crécy, in cui il Re in segno di raccolta si dico spiegasse la sua giarettiera. Questo ordine venne poi modificato e riformato da Enrico VIII nel 1522. Quanto all’origine del motto oltre al Fournier (Esprit dans l’histoire cap. XIII) vedasi quanto segue che tolgo da una recente stampa: «L’ordino della Giarettiera, che è l’ordine cavalleresco più insigne della Gran Brettagna, fu istituito dal re Edoardo III nel 1349. Secondo un racconto, messo fuori non si sa da chi, quel sovrano avrebbe creato quel supremo Ordine equestre in onore di una sua amante, cioè della contessa di Salisbury, alla quale, secondo la tradizione cadde, mentre ballava, il legaccio di una calza. Il re raccolse quel legaccio (o giarettiera che dir si voglia), e volgendosi ai cortigiani, che ridevano di quell’atto un po’ strano, pronunziò queste parole: Honni soit qui mal y pense. Quasi tutti gli storici inglesi, fra i quali il Hume, il Lingard, il Knight, il Markham, il James ecc., ecc., negano affatto che il re Edoardo III abbia raccolto il legaccio della contessa di Salisbury, per crearne un ordine cavalleresco, che oggi è uno dei più illustri d’Europa. E allora quale fu l’origine di esso? Eccola in poche parole. Il 26 agosto del 1346 fu combattuta la celebre battaglia di Crécy, nella quale i Francesi, comandati dal loro re Filippo VI, furono pienamente sconfitti dagl’Inglesi, capitanati da re Edoardo. Durante la pugna, il re diede per parola d’ordine la parola garter, che in inglese significa giarettiera. Nel 1349, ricorrendo il terzo anniversario della vittoria di Crécy, Edoardo istituì l’ordine suddetto che fu intitolato da quella stessa parola d’ordine, che egli aveva dato alle sue milizie. E poi per dimostrare che la contessa di Salisbury non entra per nulla in questa faccenda, basti il sapere che, all’epoca in cui fu creato l’ordine della Giarettiera, costei aveva un’età abbastanza rispettabile, sorpassando di parecchi anni il suo reale amante il quale non si sarebbe certo curato di raccogliere il legaccio caduto dalla calza di una vecchia, eternandolo come emblema di un Ordine eccelso, ambito perfino dai più potenti sovrani del mondo» .

Honorem (ad): lat. a titolo d’onore.

Honores mutant mores: gli onori mutano il costume, motto latino ripetuto per chi, salito in alto grado, oblia le usanze e gli amici dell’umile fortuna.

Honos habet onus: lat. l’onore ha il suo peso, cioè ogni alta dignità trae seco i suoi incomodi.

Hora ruit: lat. precipita l’ora. G. Carducci (Ruit hora) ne intitolò una delle sue Odi barbare:

          E precipita l’ora. O bocca rosea,
          schiuditi, o fior de l’anima,
          o fior del desiderio, apri i tuoi calici:
          o care braccia, apritevi.

Deve essere versione dell’emistichio di

A. Panzini, Supplemento ai Dizionari italiani. 15