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tizione, che si rivolge da molti ad un dato personaggio o assemblea: infatti è voce del linguaggio parlamentare e politico francese.

Individualismo: oltre che eccessivo o esclusivo amore di sè stesso, significa quella dottrina sociale, politica e filosofica insieme la quale considera l’azione dell’individuo e la sua iniziativa necessaria alla civiltà ed al progresso umano: perciò non solamente non deve essere impedito che in minima parte, ma le funzioni dell’Ente sociale (Stato) devono essere ridotte alle più piccole proporzioni appunto per non inceppare l’opera dell’individuo. L’opposta dottrina è il Socialismo. Sono i due termini di lotta della civiltà presente; e se mai la verità fu nel mezzo, questo è il caso. Individualismo è voce internazionale, ted. Individualismus, ingl. individualism, etc. Individualista, il sostenitore di questo concetto.

Individualità: riferito a persona, è brutta astrazione di conio francese, ove pure è neologismo: ripreso dai puristi: certo toglie freschezza ed uso a tanti bei modi nostrani per indicare persona che eccelle sugli altri. Individualità è termine filosofico che significa ciò che distingue un individuo sì che esso abbia un’esistenza sua propria. Il Petrocchi accoglie senza chiosa i due sensi.

Individualizzare: neologismo tolto dal francese individualiser; rendere individuale, distinto da ogni entità simile: le voci nostre sono specificare, individuare, (d’uso letterario). Questo verbo nè il Tommaseo nè altri registrano: è accolto dalla Crusca con esempio del Gioberti.

Indiziàrio: dicesi nel linguaggio forense come attributo di processo in cui mancano dati positivi di fatto per accertare la prova, ma da cui risultano presunzioni (indizi) più o meno sicure.

Indocti discant et ament meminisse periti: sentenza che ebbe gran fortuna e vuol dire: gli ignoranti imparino e i dotti siano invogliati a ricordarsi. L’Hénault la pose come epigrafe al suo Compendio cronologico della Storia di Francia e disse averne avuta l’ispirazione da due versi del Pope nel Saggio sopra la critica (740, 741).

Indomani (l’): per domani o dimani è una fra le molte voci onde i puristi guerreggiarono come i greci per le armi d’Achille. Difeso dal Viani, Gherardini, Nannucci, respinto dal Fanfani, Rigutini, etc., ha però trovato rifugio in qualche diz. recente, non però nella Crusca: però non molto nell’uso, giacchè mi pare che più frequente si dica il giorno dopo che l’indomani. Certo è francesismo (lendemain), venutoci nel ’700; certo ancora non sarai tu, povero indomani, a spiantar la lingua italiana!

Indomenicato: è il fr. endimanché, vestito da festa o della domenica: neol. assai goffo, a cui però non manca qualche buon esempio di scrittore. Più frequente, forse, endimanché.

In domo Petri: familiarmente vale, in prigione. E si aggiunge: dove son le finestre senza vetri, cioè le inferriate (dalla prigionia di S. Pietro).

Indovinare: per trovare, pensare, eseguire bene con gusto, con arte, riuscire, ricorda troppo il deviner de’ francesi e come tale è da molti riprovato. Però è voce usatissima. Es. Un abito, una festa indovinata.

In dubiis àbstine: motto della saggezza latina: nell’incertezza sospendi ogni deliberazione, astieniti dal fare.

Induttanza: termine di fisica. Quando un circuito percorso da corrente elettrica variabile (alternata od intermittente) comprende delle spiro avvolte su di un nucleo di materiale magnetico (ferro o ghisa), la resistenza che detto circuito oppone al passaggio della corrente è maggiore di quella che opporrebbe se non esistesse il nucleo — e se il circuito anzichè avvolto a spira fosse a filo diritto. In tal caso la resistenza prende il nome di induttanza o impedenza o resistenza apparente.

Induzione: termine di fisica. Induzione magnetica: l’azione per la quale un pezzo di ferro si magnetizza quando è posto in un campo magnetico. | Induzione elettrostatica: il presentarsi delle duo cariche elettriche opposto in un conduttore

A. Panzini, Supplemento ai Dizionari italiani. 16