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Chateaubriand (Martiri, libro XXIV) a proposito della fine dei numi Pagani; ma è una reminiscenza di un passo di Giuseppe Flavio, de Bello judaico, VI, 5, 31, in cui è raccontato come, celebrandosi la festa della Pentecoste, fu udito nel tempio un gran rumore, indi una gran voce che diceva: allontaniamoci di qui ([testo greco]. In Plutarco (De oraculorum defectu) è pur riportata la voce fatidica: Il gran Pan è morto!

Lesèna o parasta: termine architettonico; pilastro che aggetta dal muro. In origine non era fascia decorativa, ma avea funzione organica costruttiva. Talvolta però si tratta di un semplice motivo di decorazione, adoperato allo scopo di interrompere la monotonia delle facciate.

Les Italiens ne se battent pas: espressione ingiuriosa, variamente attribuita. La paternità più accreditata è quella del generale La Moricière. Essa espressione non sintetizza del resto che una serie di ingiurie consimili, una specie di opinione publica e assai antica che gli stranieri avevano dello spirito bellico degli italiani. Inutile riportare saggi ed esempi: tuttavia eccone due tolti a caso, l’uno di G. Giorgio Allione, astigiano, poeta del secolo XVI, il quale, a proposito della battaglia di Fornovo o del Taro, scriveva:

     Ja ne soit il usance a vous itaulx
     quen champs mortaulx on vous saiche attraper,

l’altro del generale Marbot (Mémoires du général Bon de Marbot, vol. Il, pag. 53, Paris, libraire Plon, 1892) il quale con la più grande disinvoltura e naturalezza scrive: Lorsque l’Empereur (Napoleone I) apprit le désastre de Baylen, sa colere fut d’autant plus terrible, que jusque-là il avait considéré les Espagnols comme aussi lâches que les Italiens.

Les morts vont vite: versione francese del verso tedesco: Die Todten reiten schnell, i morti cavalcano svelti, che è il ritornello della ballata romantica, famosissima, del Bürger, intitolata «Leonora» ove è descritta la fuga macabra della fanciulla allacciata allo spettro dell’amante sul corridore. Il primo senso, quello che vi diede il Bürger, è perduto, e con felice errore si dà al motto il significato che i morti si allontanano da noi in fretta, che la morte rapidamente distrugge la memoria degli estinti.

Le stalle d’Augìa: V. Stalle d’Augìa.

Lestofante: ciurmadore, imbroglione.

Letargo: gr. [testo greco]}, oblio e [testo greco] pigrizia, quiete. Nel linguaggio medico indica un sonno profondo e continuo nel quale l’infermo parla quando lo si sveglia ma non sa ciò che ha detto, indi ricade nel primiero stato.

L’État c’est moi: la leggenda racconta che Luigi XIV, diciasettenne ancora, entrando in Parlamento (che allora significava ben altra cosa che adesso) in abito da caccia e frustino, così rispondesse al presidente che gli parlava degli affari dello Stato. Vero o falso sia il motto, esso rende assai bene il concetto dell’autorità monarchica di Francia, accentrata in Luigi XIV più che in ogni altro re di Francia.

Leotio brevis: lat. lezione breve, non secondo le norme e l’orario consueto, ma alla spiccia. Locuzione del gergo scolastico.

Lettera anonima: o lettera cieca, cioè senza firma, e dettata in modo che non riesca possibile accertarne la provenienza. La lettera anonima non sempre contiene notizie false ancorchè il suo intento sia raramente quello di illuminare la giustizia a fine di bene; ma bensì di nuocere altrui soddisfacendo così alla propria vendetta, in modo tanto più caro in quanto che l’impunità è presso che assoluta. Sarebbe interessante studiare l’influsso che esercitò la lettera anonima nella storia di tutti i tempi; e non meno interessante sarebbe studiare il processo di malignità e di viltà nell’infinito numero di autori di lettere anonime. Nè l’una nè l’altra cosa è possibile. Molte volte la lettera anonima forma un vero sfogo e svago alla invincibile perfidia umana. Lo stesso stile delle lettere anonime è una rivelazione di malvagità lieta e sicura. Che più? La macchina per iscrivere facilita anzi oggidì una pratica che un tempo richiedeva almeno dell’arte e dell’astuzia.

Lettera aperta: chiamano lettera aperta quello scritto di giornale, di carattere solitamente polemico, rivolto per artificio in forma epistolare a qualche personaggio, il