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oggi si manifesta con esagerazioni, squilibri, pazzie, le quali sono dovute all’inesperienza e ignoranza di parecchi apostoli e seguaci, contiene tuttavia il germe di un rinnovamento artistico. Essa arte, liberata dalle esagerazioni e dalle inesperienze, seguaci e compagne di tutte le cose nuove, potrà in processo di tempo generare un’altra arte nuova, più armoniosa, geniale, libera, conforme alle nuove idee ed ai nuovi bisogni. Affermano intanto che per ciò che riguarda le stoffe, le tappezzerie, i tessuti, le carte, i gioielli etc. si sono ottenuti prodotti belli e piacevoli. Ecco detta così la cosa in modo da accontentare gli amatori del nuovo stile. Diremo ancora come dall’Inghilterra e dal Belgio, il moto si diffuse in Germania, in Austria, in America e in Francia, ed è ora entrato in Italia. Dall’Inghilterra il movimento passò nel Belgio per opera particolarmente degli architetti Horta e Hankar, e d’un ebanista decoratore, Serrurier-Lovy, che fondò la scuola di Liegi.
Libro: voce usata in ogni nazione, nel linguaggio diplomatico, per indicare la raccolta dei documenti che il governo fa conoscere alle Camere legislative ed alla nazione intorno ad un determinato affare, specialmente di politica estera. Prende nomo dal colore della legatura (V. blue-book).
Libro nero: a somiglianza dei libri diplomatici, detti dal loro colore secondo le varie nazioni, dicesi libro nero quello della Questura, che contiene la triste cronaca dei delitti e delle sventure. Per estensione familiare, qualunque registro contenente note di biasimo e simili.
Licantropìa: dal gr. [testo greco], e vuol dire uomo-lupo, forma di pazzia per cui l’infermo si crede tramutato in lupo: dev’essere ciò che in alcune regioni si dice lupo mannaro, voce antica e volgare, e di incerta etimologia (manuarius, che cammina con le mani; humanarius, o lupo manno, cioè lupo uomo, dal tedesco Mann = uomo?) Lupo mannaro si dice di lupo imaginario, specie di spauracchio.
Licenziando: che deve o che sta per ottenere la licenza: vocabolo pedantesco delle scuole, foggiato sul participio latino di necessità, uscente in dus-da-dum.
Licet: lat. è permesso, e siccome nelle antiche scuole costumavano gli scolari, levando il pollice, chiedere licet par andare al cesso, così licet significò il cesso. Voce alquanto fuor dell’uso.
Lied (e Lieder nel plurale): vocabolo tedesco che vuol dire canzone, «usato talora nel nostro linguaggio musicale. Il Lied è strofico quando la musica e ripetuta più volte con cambiamento delle parole, ed è libero quando la musica non si ripete mai ma segue, dal principio alla fine, il variare del testo letterario. È anche un vocabolo generico che designa un canto o una canzone popolare, una melodia con parole, una sorta di romanza, ecc. Schubert, Schumann, Roberto Franz, Brahms, ecc., hanno Lieder famosi». (A. Galli, op. cit.)
Lieux d’aisances: nè più nè meno in francese del nostro luogo comodo, ma la voce italiana disdice ai da poco (che sono i più e i da più); la francese invece è decente. Sventurata sorte della nostra favella! Curiosa è la versione puramente fonetica che si è fatta di lieu d’aisances in luogo di decenza. V. Retrait e Water Closet e Luogo di decenza.
Lievito: dicesi generalmente di ogni sostanza adatta ad eccitare la fermentazione in un corpo. Figuratamente lievito (o fermento) vale germe o residuo di violenta passione onde si svolge e determina un sentimento o un’azione. Per lo più si intende in mal senso. Questa estensione, così comune nell’uso, è in fr., es., levain de haine, de discorde: non mancano però antichi nostri esempi: «Mangiano onorevolmente, e non col lievito vecchio, nè con lievito di malizia, nè di nequizia, ma con azzimo di purità e di verità».
Life-boat: (pronuncia lîf-bôt) voce inglese: in italiano battello di salvataggio (?) con speciale arte costruito per resistere alle onde e non essere capovolto nè sommerso. È di lamiera o di legno a compartimenti stagni, quindi insommergibile anche se riempito di acqua. Ha stabilità massima e tiene il maro egregiamente. Usasi in caso di naufragio o per salvare