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chissima scuola peripatetica, ripetuta da Cartesio.

Naturista: è il tedesco Naturmenschen? V. Vegetariano.

Naturàlia non sunt tùrpia: sentenza latina alquanto verista ancorchè vera, spesso usata a giustificazione di atti inverecondi: le cose naturali, cioè che sono in natura, non sono vergognose. La paternità del motto non riuscii a trovare: probabilmente è di formazione popolare.

Naturalismo o naturalesimo: neol lat. naturalis, ingl. naturalism, fr. naturalisme, ted. Naturalismus. Termine filosofico; indica la teoria che l’universo può e deve essere compreso per mezzo delle scienze fisiche (naturali), e più specialmente che ogni processo mentale e psichico può essere ricondotto nelle categorie delle scienze naturali: esclude, cioè, ogni inframettenza di concetti metafisici e trascendentali (quindi è sinonimo di Materialismo o Positivismo, V. quest’ultima parola). In teologia il naturalismo esclude il sopranaturale e considera i fatti della religione, sia riferendoli a leggi naturali, sia al concetto del «divino», ma identificato col naturale ordine dell’Universo. (Il Carducci, ad es. spiegando il concetto del suo Inno a Satana scrive «di avere adombrato, come in una lirica potevasi, il naturalismo panteistico, politeistico, artistico, storico etc.»). In arte, è la dottrina che considera il vero fine dell’arte nel riprodurre e seguire la natura. Sinonimo di realismo, se non che questo tende piuttosto alla riproduzione e copia minuta ed accurata dei particolari veristi. Cfr. Emilio Zola, Le Roman expérimental.

Naturalizzare e naturalizzazione: neol.; dal fr. naturaliser, naturalisation, concedere ad uno straniero i diritti di nazionalità e di cittadino.

Naturam expelles furca, tamen usque recurret: scaccerai la natura (cioè l’istinto naturale) con la forza (lett. con la forca), ma essa ritornerà continuamente. Orazio, Epistole, I, 10, 24. E i francesi: chassex le naturel, il revient au galop.

Natura non facit saltus: la natura non fa salti., cioè in natura si procede per gradi. Motto spesso citato in sostegno delle teorie evoluzioniste. Esso motto è variamente attribuito, a Linneo (Philosophìa botanica, cap. XXVII), a Leibniz (Nouveaux essais, IV, 16). Il Fournier (Esprit des autres, cap. VI) dice di averlo trovato come citazione in un raro libello da lui ristampato: Discours véritables de la vie et mort du géant Theutobocus, sotto la forma: natura in operationibus suis non facit saltum. Tolgo queste preziosità erudite dal Fumagalli (Chi l'ha detto?), ma credo vero autore del motto sia la antica umana esperienza.

Nauto-podismo: fra le voci di formazione abusiva e verosimilmente effimera, ma certo difforme, è nota questa, che significa la perizia e l’esercizio nel nuotare e nel camminare. Voce dello Sport.

Navaja: (lat. novacula) voce spagnuola che significa una specie di gran coltello a serramanico.

Navàscia: voce lombarda: recipiente quadrilungo, a foggia di nave (onde il nome) ove si raccolgono, trasportano e pigiano le uve per indi versarle nel tino. Il Cherubini (op. cit.) mette in raffronto a navascia la castellata de’ Bolognesi.

Nave: genericamente vuol dire qualsiasi bastimento grande a vela o a vapore: specificatamente, veliero a tre alberi quadri e bompresso, | Nave a palo: con tre alberi quadri e un palo, albero cioè senza pennoni e che porta solo la vela aurica.

Navette: (diminutivo di navis) così per similitudine chiamano i francesi la spola de’ tessitori, e pure traducendo il suono v’è chi dice navetta, specie fra i tessitori. Nel linguaggio mondano e de’ giornali si incontra non raro la locuzione francese, tolta dalla similitudine della spola, fare navette (faire la navette) per dire andar e venire, far il galoppino, andar su e giù. Una scrittrice, italiana, di alcuna rinomanza tanto per far italiana la frase, dice far la spola. (!?)

Navigabile: attributo di vini che possono essere per le loro qualità alcooliche e chimiche, trasportati oltremare, senza alterarsi o patire.

Navigare necesse est, vivere non est necesse: navigare è cosa necessaria, vivere non è necessario: antico motto (Ansa),