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Pagina:Panzini - Dizionario moderno.djvu/521

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Tea — 479 — Tel

neficenza, in una casa bella e in posizione centrale. La Tea-room dovrebbe essere aperta nelle ore pomeridiane d’ogni giorno dell’inverno e della primavera, a guisa di simpatico centro di nobili ed efficaci iniziative a vantaggio di istituzioni benefiche d’intraprese a scopo di lustro cittadino, ed anche a comodità di forastieri di passaggio. Tra le promotrici notiamo i nomi più cospicui dell’alta società milanese, le quali hanno aderito all’idea, sottoscrivendosi come socie fondatrici per lire 100». Evidentemente queste nobili socie della Tea-room non sono socie della Dante Alighieri, o almeno non conoscono questo istituto se non come uditrici (è di gran moda in questi anni) della ingegnosissima ermeneutica dantesca che si suole fare o da uomini di grido, o da uomini che desiderano salire in grido.

Teak: voce inglese, in francese tek o teck, voci straniere più usate della nostra tectona: Tectonia grandis, albero delle Indie orientali, che fornisce un legno duro, ottimo per la costruzione di navi e di edifici, venendo difficilmente intaccato dagli insetti.

Teatro: per luogo ove succedono fatti solenni, ha esempi dal Seicento. Questa metafora spiace ai puristi ed è estensione conforme al francese: theatre = lieu où se passent des aetions remarquables, es. le theatre de la guerre. Certo la metafora appare goffa se dirò: la casa fu il teatro di un furto. In senso lepido od ironico può invece riuscire efficace, es. Napoli fu il teatro delle sue gesta. Insomma vi sono sfumature nell’uso delle parole che è difficile determinare. In milanese è un teatro vale è cosa da ridere, scena buffa, e simili.

Teca: è voce greca ([testo greco]) che si usa in archeologia religiosa cristian; vale custodia, cassetta! reliquiario. Cfr. biblioteca.

Tecoppa: V. Massinelli.

Te deum: sono le prime parole dell’inno attribuito a S. Ambrogio: te, Deum, laudamus = noi lodiamo te, o Signore, e cantasi altresì nell’occasione di publici, fausti avvenimenti. Dicesi in modo familiare anche con forza esclamativa Te deum! por dire, alla fine, finalmente!

Tega: gr. [testo greco], per baccello di fava di fagiuolo o di pisello, è data dal Petrocchi come voce morta. Vive ampiamente nei dialetti.

Teiera: vaso per l’infusione del tè; dal francese théière.

Teint: fr., propr. tintura, colorito del volto, cioè cera colore, carnagione. Questa inutile voce francese è usata anche in tedesco.

Tela juta: V. Juta.

Telefonìa: gr. [testo greco] = lontananza, fine e ([testo greco] = suono. Voce di formazione dottrinale per indicare la trasmissione elettrica dei suoni articolati e musicali. I primi tentativi sono dovuti al Riess, la soluzione completa del problema al Bell.

Telegraficamente: avverbio «buono, buonissimo per far rima col verso:

precipitevolissimevolmente»

così, con ironia, il Fanfani. Ma accolto, e come non accogliere? l’aggettivo telegrafico, anche l’avverbio, pure alquanto lunghetto per cosa sì breve, si impone come necessario. Sarebbe ozio il discuterne.

Telepatia: (gr. [testo greco] = lontananza e [testo greco] = passione, affetto) trasmissione del pensiero, comunicazione spirituale tra persone lontane senza alcun parvente mezzo dei sensi. La parola «telepatia» fu introdotta da F. W. H. Myers nel 1882. Di questo ancora non chiaro fenomeno dell’anima, V. fra noi Morselli, I fenomeni telepatici. Pappalardo, Telepatia, Manuale Hoepli. Un notevole esempio di telepatia è questo, raccontato da Garibaldi: «Solo una volta - ho raccappriccio nel raccontarlo - sull’immenso Oceano Pacifico, tra il continente americano e l’asiatico, colla Carmen ebbimo una specie di tifone, non formidabile come quelli che si sperimentano sulle coste della China, ma abbastanza forte per farci stare parte della giornata, 19 marzo 1852, colle basse gabbie — e dico tifone, perchè il vento fece tutto il giro della bussola, segno caratteristico del tifone, e il mare si agitò terribilmente come suole in quel grande temporale. Io ero ammalato di reumatismi, e mi trovavo nel forte della tempesta addormentato nel mio camerino sopra coperta. Nel sonno io ero trasportato nella mia terra natale; ma