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Pagina:Panzini - Dizionario moderno.djvu/579

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Queste sono le risposte alla prefazione che a modo di inchiesta ampiamente diffusi fra persone autorevoli ed amici. A parte le benevoli parole di approvazione e di elogio — non dirò pel dizionario, chè esso non si poteva giudicare da un semplice foglio di saggio, ma per l’idea di questo nuovo dizionario — io penso che le presenti risposte formino una lettura molto attraente ed utile per chi voglia studiare quale è lo stato presente della lingua italiana. Le opinioni più disparate (come del resto era da aspettarsi) vi sono espresse: raccoglierle in sintesi mi parve cosa difficile e non utile.

Tuttavia mi piace di notare una cosa in cui tutte queste opinioni concordano: cioè un grande e sincero amore per la gloriosa nostra favella italica e una viva fede nel suo divenire, quale ne sia l’evoluzione formale e comunque si giudichi del suo stato presente.

Ai cortesi che mi od orarono delle loro risposte qui si ringrazia da parte dell’Editore e mia.


.....Credo impossibile negare l’opportunità e l’utilità dell’impresa tentata da Lei, che conosce per le ottime prove fatte nel campo della prosa d’arte, italianamente viva e schietta e veramente moderna. Anche sono innegabili le difficoltà dell’impresa stessa; ma dal saggio che ne ho veduto, mi sembra ch’Ella sia preparato a superarle, almeno in gran parte, sì che tutto induce a credere che il Suo ardito tentativo riuscirà, oltre che opportuno e vantaggioso, nella esecuzione sua anche felice.

Nel più dei criteri esposti e dei nobili sentimenti altamente significati della Prefazione e applicati nel saggio, mi par difficile non consentire. Solo troverei consigliabile che Ella, pur senza atteggiarsi a legislatore e, come dice, a frustatore, a gabelliere della lingua, nell’accogliere le troppe forme esotiche, mostruosamente foggiate, perchè innaturali e talora illogiche, imposte dalla tirannia dell’uso, ma anche dalla passività colpevole degli Italiani, cercasse più spesso il modo di esprimere un giudizio severo, anzi un’aperta disapprovazione, insistendo sul dovere di accettare come moneta legale, solo i neologismi «spuntati sul ceppo italico», o, per giusta e necessaria analogia, anche da altri.

Ella ha fatto bene a non voler dare al suo Dizionario un carattere scientifico, ma penso che non avrebbe fatto male, se si fosse mostrato più impersonale ed oggettivo, resistendo alla tentazione di aggiungere tanti commenti, i quali, pur essendo giusti in sè e sagaci, ingombrano senza bisogno e, senza bisogno possono urtare lo suscettività di una parte dei lettori. Ad esempio: sotto Vaticano a scomuniche del V.,
A. Panzini, Supplemento ai Dizionari italiani. 35