Pagina:Panzini - Il bacio di Lesbia.djvu/118

Da Wikisource.
116 alfredo panzini


orgoglioso, che diceva discendere dai grandi Scipioni. Le zanzare, voi sapete, sono piccoli vermicelli alati, muniti di un pungiglione e di una tromba, ambedue fastidiosi. Alcune zanzare nascono dalle fecce del vino, alcune dai fichi guasti, alcuni dai muli, e le più dalle acque putride. Mi fa specie che voi cosi simpatico ragazzo, e di buona famiglia, abbiate un pungiglione cosi velenifero. Mi sta nella memoria quando fui ospite a Sirmio presso i vostri cari parenti. Voi eravate bambinello e vi presi sui miei ginocchi. Fra codesti neòteri che verseggiano in Roma, le vostre poesie hanno un profumo quasi virginale anche se dite insolenze. Non vi lasciate trasportare dal cattivo genio di offendere. L’offesa è inutile in ogni caso! Però state attento, o Catullo.

E qui Cesare sorrise di un affascinante sorriso. Poi il sorriso scomparve e con mutata voce, gravemente disse:

— Io, caro Catullo, benché sia arrivato oltre la metà della vita, nulla ho ancor fatto per cui possa esser comparato ai grandi condottieri. Ma voi mi avete chiamato unico imperatore, anzi mi avete invocato unice imperator. Ebbene, accetto l’augurio, e con l’augurio l’invocazione. Se gli Dei mi daranno vita, io sarò unìcus imperator. Voi l’avete detto per ironia, io ve lo ridico da senno, che Cesare non avrà pari nel