Pagina:Panzini - Il bacio di Lesbia.djvu/133

Da Wikisource.

il bacio di lesbia 131

— Sorvegliatevi, Terenzia : cosi non va bene; la bocca vi si deforma, il collo vi si fa turgido, il respiro non arriva alla clausola del vostro periodo: il vostro gestire è incomposto.

— Io griderò dai tetti! — gridava Terenzia.

Terenzia non poteva soffrire Clodia.

— Bella? Spudorata! Tutta tinta, fin le unghie! Intelligente? Ruba tutto quello che sente dire da quei poetini della malora, che si tira dietro come fanno le cagne in calore. E voi, Marco Tullio, vecchione coi figli già grandi, siete il più vergognoso di tutti: siete il cagnolino di Clodia!

Cicerone rispondeva soavemente:

— Voi, Terenzia, scusate, certe cose non le potete comprendere. Si tratta di idee platoniche, di idee orfiche, di idee pitagoriche.

Terenzia gli piantava in faccia due occhi terribili; e lui imperterrito continuava:

— Sappiate, o Terenzia, che esiste l’amore naturale o volgare, che dir vogliate, e l’amore celeste cosi come esistono due Veneri: la Venere terrestre e la Venere celeste. Niente di impuro è nell’amore celeste, e nessun sozzo e vituperevole desiderio è in coloro che guardano alla bellezza corporale, essendo questa un riflesso tamquam, in speculo della bellezza angelicale.

E da questa bellezza, risalendo sempre più