Pagina:Panzini - Il libro dei morti, 1893.djvu/39

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Avea la donna ammannito il soffritto con l’olio per condire quel cavolo; poi avea apparecchiata la tavola ed accesi i tre becchi d’una lucerna, quando l’orologio che batteva il suo tic-tac, s’arrestò un istante e scoccò le ore dieci. Allora disse: — Va mo’ a vedere che cosa fa tuo babbo, giù ne lo studio. A quest’ora è sempre su in cucina a curiosare che si fa da cena.

Il vecchio ritornava regolarmente da una farmacia vicina poco dopo l’ora di notte; si chiudeva nel suo studio per un’oretta a lavorare o a leggere certi suoi libricciuoli, poi verso le dieci veniva su per la cena e se ne sentiva il passo lento che faceva scricchiolare una scaletta interna di legno. Di fatto G. Giacomo per sincerarsi che il babbo era in casa, s’affacciò ai vetri e vide da basso le due finestruole de lo studio illuminate.

— Sì, è in casa — disse la signora Claudia — è più di un’ora che ho sentito girar la chiave ne la toppa.

Il figliuolo scese in fretta per la scala di legno. Chiamò il babbo e lo chiamò ancora, è nessuno rispondea. Allora aperse l’uscio de lo studio, da