Pagina:Panzini - Il libro dei morti, 1893.djvu/56

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Tutto questo confusamente gli passava davanti al cervello, camminando lento, ne la calda ebbrezza del sole.



La villa biancheggiava già dietro il canneto virente e la pianta del giuggiolo con le ultime rame oscillava a la prima brezza che in quell’ora cominciava ad aliare dall’Adriatico.

Che silenzio per l’aia! nemmeno i polli vi razzolavano, ed il can barbone sonnecchiava presso il pagliaio. Ma ne la stalla era una dolce frescura perchè da bacìo v’entrava una fredda luce, e sul letto di strame le giovenche ed i buoi, da poco staccati dall’aratro, ruminavano il trifoglio e la lupinella laboriosa.



Quando giungeva a casa il desinare era già fumante sul desco, e la famigliuola vi si raccoglieva.

G. Giacomo mangiava con appetito la minestra