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Capitolo XIV.

I “fessi„ d’Italia.

Chi entrò era il più bello e ben pasciuto giovane che mai Toscana avesse nutrito. Ed entrò che Beatus, disteso sul canapè, travagliava per certi dolorini di stomaco. Questi dolorini sono sottili, ma dànno grande avvilimento; sì che, nel luglio 1914, se l’Imperatore di Germania ne avesse avuti di così fatti, mai si sarebbe alzato in piedi a sbattere la spada sul pavimento del mondo.

Questo giovane era il segretario della facoltà della quale Beatus era Preside. Riscoteva lo stipendio con regolarità; motteggevole era toscanamente, e quando veniva in ufficio, scriveva novelle. Il quale genere letterario gli aveva procacciato un processo per oltraggio al pudore. Ma fu dimostrato invece che si trattava di morale di avanguardia: onde fu assolto, e ottenne bella rinomanza. Le signorine studentesse lo guardavano con amabile curiosità; e i suoi motteggi molto