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120 | il romanzo della guerra |
mente, se non piacevolmente. Non è infatti la Germania la nazione meglio temprata alla concezione della così detta civiltà moderna? Questi signori sembrano dire: «la guerra è una barbarie; d’accordo. Ma alla Germania è lecita».
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La Germania spedisce intanto, agenti di pace, i suoi socialisti presso i socialisti d’Europa: ma è la pax germanica. La Germania innonda i paesi neutrali (il mondo commerciale, il mondo universitario) di stampe informate al più puro metodo storico. Vuol dimostrare che è essa la minacciata, la aggredita. Gli aggressori sono gli altri: i Russi? gli Inglesi? i Belgi? i Francesi?
È impossibile non ammirare anche in questa enorme attività la potenza di quel popolo: ma è del pari impossibile essere persuasi. Quel popolo non assimila, non riscalda non conquide. Ma perchè «dimostrare» se è sicuro della vittoria? Perchè persuadere, se non esistono che Germania e Dio?
Forse i Germani stessi sentono che la vittoria materiale non sarà bastevole!
«La Grecia vinta vinse il rozzo vincitore Romano». Così riconobbero i Romani. Ma i Germani vogliono vincere, e con la spada e con l’idea. Questa cosa è impossibile. Uccidete, ecco: non persuadete.