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L’incidente è esaurito.

Viene Lisetta. Porta un bell’apparecchio: tovagliolini, rosoli gialli, biscottini, e.... caramelle.

La contessina si drappeggia in una sedia di vimini.

La seduta è cominciata. Quanto è durata? Non so. Certo molto tempo. Ricordo che la Lisetta aveva portato poi due lampade da giardino: da principio le due fiammelle non facevano lume. C’era ancora sospeso il crepuscolo: poi fiammeggiarono, poi si consumavano rapidamente.

Deve essere trascorso molto tempo.

Da principio sospettai che si volessero prendere gioco di me. Io non capivo niente. No: facevano sul serio. E allora mi venne da ridere dentro di me.

Lei stava ora immobile come una statua: e lui in piedi, con il libro in mano, si sbracciava e strideva forte con quella vocina: Io sono un bolide lanciato nell’infinito. I grilli, seghe che sfaccettano il nero enorme della notte cristallina; i grilli, tendini di musica tesi disperatamente nello sforzo di tener ferma la notte che straripa.

Era poesia, ma mi è venuto questo pensiero: “Se io dovessi scrivere così ai clienti, mi sospenderebbero il pagamento delle tratte„; e al-