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fondo al fosso. Mi riscossi un po’ per volta, e dicevo: “Ma si baciano sempre! Brava, signorina Oretta, e congratulazioni anche a lei, signor Melai, congratulazioni! Ah, un bel santo!„

Volevo apparire dicendo così, ma non potei, perchè, d’improvviso, cane Leone si destò; latrò con rabbia, latrò con ferocia: lo vidi, con la gola spalancata e tutta la pelliccia furibonda, balzare verso di me.

Mi sono trovato nel mio chalet, sporco come un mostro. Per fortuna avevo ancora con me la mia borsetta.


XXVII.


MI ADIRO PER LA PRIMA VOLTA.


Soltanto quando mi trovai nel mio chalet, e lo specchio mi rimandò la mia figura deformata e sudicia, ebbi la completa sensazione del mio dolore. Io ruggivo: “Infame! Santarellina! Mamz’elle Nitouche! Tira via, non c’è papà! Ah, è timida, dice papà„.

L’edificio da me costruito con tanta cura, dispendio di tempo e — diciamo pure — di denaro, era crollato. E volendo essere esatti, bi-