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— siamo di un’altra razza. Che m’importa della guerra? Che m’importa chi comanda e chi è comandato? Tra Salandra che ha dichiarata la guerra e me, cosa c’è di comune? Tra me e il Kaiser? Perchè immischiarmi nei loro litigi? Il Kaiser e il re dell’Ottentozia per me sono la stessa cosa„.

Lei suona Moszkowski, Stravinski, Debussy, Ravel. Suona? Vorrebbe suonare, ma non può. Stende su la tastiera, racconta lei, le mani lunghe con le unghie di onice aguzzo, e poi accadono fatti strani, come anch’io ho visto un giorno che sono venute a provare il mio Bechstein. Comincia, e subito, dopo un po’, diventa pallida. “Impallidisce — mi avverte la mamma. — Sempre così! Ah, è terribile! Cade in trance„. “Cognac!„ dico io. Si rimette un po’ e dice: “Suonando, mi si vuotano le vene, i sogni mi sferzano, i capelli scendono per le mie guance come serpi di chimeriche meduse. La musica di Ravel, che io adoro, esaspera la mia sensibilità come un succhiello traforante: appena tocco i tasti, sento il magnetismo„. Anche qui per l’erede non c’è da far nulla. E poi qui c’è un’esagerazione di sensibilità che può riuscire pericolosa.