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dunarsi sempre nelle tasche degli uomini metodici, ordinati, previdenti? È bello, vedi, leggere nei tuoi romanzi la vita fugace e folle di quelle donnine sperperatrici: capisco che debbano dare grandi soddisfazioni. I miei sensi ne sono perturbati. Mi piacerebbe anche a me di provare: ma poi metto in bilancio, e m’accorgo del passivo. Per me sperperare sarebbe una forma di suicidio. Vedi che Ginetto Sconer è un uomo sincero. Non ti pare, Lionello?

*

Ma due giorni dopo questo colloquio, vedo Lionello che precipita come un bolide nel mio studio.

— Sconer — dice — un caso eccezionale, un caso del tutto straordinario, del tutto convenevole per te.

Credevo che si trattasse di qualche affare, perchè in quell’ora (erano circa le tre del pomeriggio) io sono orientato verso gli affari. No! Si trattava del matrimonio. Ho dovuto — per così dire — togliere la comunicazione del centralino del mio cervello per mettermi in comunicazione con Lionello. Egli si impazientì; ma io lo pregai di accomodarsi.

— Sconer — cominciò a dire Lionello — , sai tu qual’è la più bella donna del mondo? Bada