Vai al contenuto

Pagina:Panzini - La Madonna di Mamà.djvu/126

Da Wikisource.

piere su di se stesse gesti lenti e quasi ieràtici? E quel chiacchierìccio, continuo come quello di Bobby, a spettàcolo continuato, come nei cinematògrafi, ma ad imagini mutevoli ad ogni istante, tanto che se ci avesse voluto azzeccare una parola non avrebbe mai fatto a tempo o avrebbe dovuto dire: «Fermi un momento, per carità»? E quell’ingannevole modo di ragionare per cui niuna cosa seria appariva eccessivamente seria; niuna cosa stolta appariva totalmente stolta? E l’inganno stesso della parola! Spesso scintillava il paradosso, ma erano paradossi addomesticati; spesso spumeggiava la parola, ma non era la divina ebbrezza; spesso erano fiamme, ma fiamme innocue come in su la scena.

Ah, il parlare era difficile come il tacere!

E se l’argomento era anche di sua competenza, o non sapeva come afferrarlo o gli sgusciava via come un’anguilla.

La guerra bandita dall’onorevole Luigi Luzzatti contro le figurine poco vestite, ecco un argomento di sua competenza. Ma ecco l’arte, la morale, la bellezza ballare una tal ridda che Aquilino non sapeva se prender l’arte, o la morale, o la bellezza.

Ma già il ragionamento era scivolato via. La bellezza, la divina bellezza estasiava miss Edith.