Pagina:Panzini - La Madonna di Mamà.djvu/132

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stolina bruna con due diamanti così! E quella voce carezzevole come il flauto!

Parlava con tutti, e naturalmente’ di tutto; dell’abùlico, dell’androgìno, del Parsifal, di Gotamo Budho, del dionisìaco; e nel tempo stesso nulla le sfuggiva, e — ohimè! — neanche lui, Aquilino. E certe fuggevoli occhiate su lui parevano significare: «senta, lei è una brava persona, ma si fa un po’ compatire. Sa un poco più degagé».

Uno dei personaggi più ornamentali del salotto della marchesa era il senatore, quello delle fandonie.

Lo aveva visto due o tre volte in cattedra, e lo aveva inteso parlare di non so quali codici pergamenacei e cartacei, intorno ad un ignoto autore di antichi tempi. Lo aveva inteso anche leggere un poeta, ma con sì fatta voce che gli venne in mente — per virtù del contrario — il povero bibliotecario del suo paese, quando leggeva i poeti, chè gli si inumidivano gli occhi. Mai il povero bibliotecario del suo paese avrebbe saputo portare una camicia croccante e scintillante come quella che si sfoderava fuor dello smoking